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Diaspora Bosniaca: per la prima volta in Italia il Mondiale di calcio a cinque

L’organizzazione del torneo, che si svolgerà a Biella il 20 e il 21 aprile prossimi, è stata affidata all’Associazione culturale bosniaca del capoluogo biellese dal network mondiale della Diaspora Bosniaca.

Quanto costa organizzare un mondiale? 16.000 euro, se a darsi da fare è l’Associazione culturale bosniaca di Biella. L’iniziativa è il “Mondiale di calcio a 5 della Diaspora bosniaca”. Si terrà a Biella il 20 e 21 aprile prossimi, porterà nella città piemontese 500-700 persone da tutto il mondo per un incontro di “fratellanza, unità e sport” (fra gli ospiti potrebbe esserci anche il presidente della Repubblica Bosniaca) e vedrà in gara almeno 16 squadre provenienti da altrettanti Paesi fra cui Italia, Austria, Germania, Danimarca, Francia, Inghilterra, Canada, Stati Uniti, Spagna, Svizzera, Lussemburgo, Svezia e Australia.

Qui sopra e accanto al sommario in homepage: due immagini del Mondiale di calcio a cinque della Diaspora bosniaca (edizione 2010, foto SSD BiH).

L’Associazione culturale bosniaca di Biella, espresione di circa 600 i cittadini di origine bosniaca ormai stabilmente residenti nel Biellese, ha ottenuto nel dicembre 2011 l’incarico di organizzare il torneo dal network mondiale della Diaspora Bosniaca (SSD BiH) con sede in Inghilterra. La manifestazione si tiene ogni anno a partire dal 2003, nelle scorse edizioni si è svolta in Austria e in Bosnia e in questo 2012 arriva in Italia per la prima volta. La candidatura biellese, sostenuta da una delle più attive associazioni bosniache nel nostro Paese, quest’anno ha avuto la meglio su quella svedese. “Una decisione su cui ha influito favorevolmente lʼimpegno dei diplomatici bosniaci in Italia e la presenza, al tavolo della commissione Sport del SSD BiH, del ‘biellese’ Alija Salihovic, artigiano edile e apprezzato allenatore del settore giovanile della Biellese Calcio”, si legge in un comunicato dell’Associazione.

Per l’organizzazione del Mondiale collaborano con l’Associazione culturale bosniaca l’assessorato allo Sport del Comune di Biella, la locale Atl e il locale Csi. Ai 16.000 euro di spese in preventivo, l’Associazione culturale bosniaca biellese e la Rete nazionale delle associazioni bosniache in Italia contribuiranno con una quota di autofinanziamento. Quanto alle delegazioni dall’estero, tutte si faranno carico delle spese di viaggio e quasi tutte anche del soggiorno: gli organizzatori, infatti, copriranno i pernottamenti delle sole delegazioni provenienti da oltreoceano.

Le partite, che saranno a ingresso libero e gratuito per tutti, ospiti dall’estero e residenti locali, saranno giocate in gran parte al Palazzetto dello Sport biellese.  Il torneo prevede alcuni classici gironi di qualificazione e una fase finale.

In queste settimane, intanto, si lavora alla scelta della rappresentanza “italiana”. “In Olanda le associazioni della nostra diaspora sono molto ben organizzate, anche perché lassù si impegnano pure giocatori delle serie ‘B’ e ‘C’ – spiega a Vie di fuga Dzevad Mehmedovic,  presidente dell’Associazione culturale bosniaca di Biella -. Però anche noi cercheremo di prepararci al meglio. Nella seconda metà di marzo a Piacenza ci sarà un torneo fra le rappresentanze delle nostre associazioni italiane. E la squadra vincitrice, arricchita di tre, quattro bravi giocatori esterni, rappresenterà tutte le altre al Mondiale di aprile”.

Si stima che oggi la diaspora bosniaca (in gran parte eredità della guerra del 1992-1995 che costrinse alla fuga quasi due milioni di cittadini bosniaci in tutto il mondo)  formi oggi una comunità “globale” di 1.500.000 cittadini espatriati, di cui 40.000 residenti in Italia. Quella di Biella è l’unica associazione bosniaca attiva in Piemonte; altre hanno sede a Roma, a Piacenza, a Trieste, a Vicenza e (la fondazione più recente) a Milano. Insieme, sono l’espressione di una comunità sempre più italiana. Confida ancora Dzevad Mehmedovic, 46 anni: “Ogni anno che passa per noi è più difficile tornare a vivere in patria: abbiamo trovato lavoro, io come artigiano come tanti di noi, altri nelle fabbriche, e ci siamo fatti una famiglia. Io vivo in Italia da vent’anni, in Bosnia mi sento ormai quasi uno straniero. E questo discorso vale ancora di più se pensiamo ai nostri figli”.

Allegati:

Mondiale Diaspora 2012: il programma, la presentazione, i recapiti (file .pdf 1.550 kbyte)

Come si organizza un Mondiale: il progetto (file .pdf 84 kbyte)

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1 commento

  1. Grazie amici di “Vie di Fuga” per l’attenzione!
    Vi terremo informati sugli sviluppi dell’iniziativa.
    E naturalmente vi aspettiamo a Biella il 21 aprile!

    A presto
    LR


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