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Minori e accertamento dell’età: in Europa lo “sfavore del dubbio”

Secondo l’ultimo report dell’Asylum Information Database, in Europa la sopravvalutazione dei metodi clinici di accertamento dell’età espone facilmente i minori non accompagnati richiedenti asilo a esami intrusivi e di dubbia accuratezza, alla detenzione e all’espulsione a norma del regolamento “Dublino III”.

Un adolescente a Calais, Francia (foto Médecins du Monde).
Un adolescente a Calais, Francia (foto Médecins du Monde).

 

Tra la fine dell’estate e l’autunno 2015, otto minori non accompagnati del Senegal e del Gambia, dopo essere sbarcati ad Augusta, in Sicilia, senza documenti, sono stati registrati con la data di nascita del 1° gennaio 1997: tutti insieme. Questa procedura di “registrazione” un po’ spiccia e fittizia li ha resi d’incanto neo-adulti. Facendo sì che poco dopo, mentre erano ospiti di un CAS (Centro di accoglienza straordinaria), ricevessero un provvedimento di espulsione. È l’episodio-simbolo che “rappresenta” l’Italia nell’ultimo legal briefing del progetto Asylum Information Database (AIDA).

Il titolo del sintetico report è: Detriment of the Doubt: Age Assessment of Unaccompanied Asylum-Seeking Children, ovvero “Lo sfavore del dubbio: l’accertamento dell’età dei minori non accompagnati richiedenti asilo”.

L’episodio dei ragazzi di Augusta per l’AIDA è stato un «esempio lampante» dei «discutibili accertamenti d’età» che nel nuovo “sistema hotspot” vengono eseguiti sommariamente «con l’obiettivo di privare» – afferma il documento AIDA – ragazzi di età incerta delle particolari garanzie offerte agli under 18».

Fra principi & prassi

Cliccare per ingrandire: i richiedenti asilo minorenni nell'UE, gennaio-settembre 2015 (fonte IOM-UNICEF su dati Eurostat 2015).
Cliccare per ingrandire: i richiedenti asilo minorenni nell’UE, gennaio-settembre 2015 (fonte IOM-UNICEF su dati Eurostat 2015).

Nel 2014 il territorio dell’UE ha registrato 23 mila richiedenti asilo under 18 “non accompagnati” o “separati”: circa il 4% di tutti i richiedenti protezione e il 14% di tutti i richiedenti protezione minorenni.

Anche nelle procedure di accertamento dell’età in Europa valgono i principi del “superiore interesse del minore” e del “beneficio del dubbio”. Riguardo a quest’ultimo, le autorità dovrebbero considerare minorenni i richiedenti asilo di età incerta. Ma gli operatori dell’AIDA hanno indagato su ciò che avviene nella prassi dei vari Paesi europei e hanno verificato che questi principi rischiano di rimanere sulla carta.

«La sopravvalutazione dei metodi clinici di valutazione espone facilmente i minori a esami intrusivi e di dubbia accuratezza», denuncia il report. Per giunta, spesso queste valutazioni non lasciano spazio a un’impugnazione. Mentre «gli Stati sono spesso inclini a trattare subito come adulti i richiedenti asilo che si dichiarano minori, anche se la loro età non è stata ancora confermata, esponendoli alla detenzione o alla deportazione in applicazione del regolamento “di Dublino”».

Il documento Detriment of the Doubt presenta la normativa internazionale di riferimento in tema di “beneficio del dubbio” e “superiore interesse del minore”,  e vari modus operandi, perlopiù discutibili ma qualcuno apprezzabile, adottati oltre che in Italia in Francia, Germania, Regno Unito, Irlanda, Svezia, Austria, Cipro e Ungheria.

Ad esempio, l’Inghilterra ha preso le distanze dai metodi di accertamento clinici, che hanno margini d’errore di due anni, in favore dei cosiddetti “principi Merton” che tengono conto della credibilità del ragazzo, del suo aspetto fisico, del suo comportamento e retroterra culturale.

L’AIDA è un progetto dello European Council on Refugees and Exiles (ECRE) in partnership con Forum Réfugiés-Cosi, l’Hungarian Helsinki Committee e l’Irish Refugee Council.

Allegati

AIDA_logoIl documento Detriment of the Doubt (pubblicazione gennaio 2016, in inglese, file .pdf)

Migration of children to Europe: il “data brief” OIM-UNICEF che ha offerto la base statistica al “legal briefing” AIDA (novembre 2015, in inglese, file .pdf)

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