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Agenda europea sulla migrazione, arrivano i “risultati”

L’Europa delle frontiere sbarrate: come la vedono a Bruxelles, dove la Commissione Juncker ha appena fatto il punto sull’Agenda europea sulla migrazione, e come la si vive in Grecia, in Ungheria, a Calais, ma anche a Como e Ventimiglia.

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«L’attuazione della Dichiarazione UE-Turchia è proseguita, e la riduzione dei tentativi di attraversare l’Egeo e del numero di morti per naufragio ne ha confermato la logica di fondo»: Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione Europea. Il 28 settembre la Commissione Juncker ha riferito sui «progressi compiuti nel quadro dell’Agenda europea sulla migrazione» (leggi qui la sintesi in italiano, con i dati e le considerazioni principali e i link ai documenti ufficiali).

In due “comunicazioni”, una “relazione” e una “raccomandazione” la Commissione ha aggiornato sulla relocation (5.651 persone “ricollocate” sulle 160 mila previste), sul resettlement (10.695 i rifugiati reinsediati sui 22.504 previsti), sullo stato di attuazione della Dichiarazione UE-Turchia di marzo (578 le persone riportate in Turchia, e 2,24 i miliardi di euro versati ad Ankara dei 3 previsti per le necessità dei rifugiati), sullo “spazio Schengen” e sull’iter di ripristino dei trasferimenti “Dublino” in Grecia (a oggi sospesi). A margine, sono stati presentati anche gli sviluppi della nuova Guardia di frontiera e costiera europea, legalmente “operativa” dal 6 ottobre.

“Importanti progressi”

Ungheria, 6 agosto 2016 (foto Amnesty International).
Ungheria, 6 agosto 2016 (foto Amnesty International).

Nel complesso, anche se all’interno dei quattro documenti ufficiali non è stato possibile tacere alcune difficoltà, quello elaborato e comunicato dall'”esecutivo UE” il 28 settembre è un bilancio dai toni ottimistici. «Arrivano i risultati», si registrano «importanti progressi», per le “espulsioni” in Turchia Atene si è impegnata al «pieno rispetto del diritto dell’UE e internazionale».

Persino lo stentato programma di relocation (che nel primo anno di “attività” dei due previsti è riuscito a far trasferire da Grecia e Italia appena il 3% dei richiedenti asilo da ricollocare secondo l’obiettivo originario), secondo la Commissione ha registrato «progressi significativi», cioè 1.202 ricollocazioni nel mese di settembre, «la cifra mensile più alta mai raggiunta».

Evidentemente è tutta un’altra Europa quella che, nelle ultime settimane e in vari Paesi, è emersa, perlopiù inascoltata, dalle cronache e dalle denunce delle maggiori ONG impegnate sul terreno dei diritti umani, ma non certo dalle relazioni di Bruxelles: dalla situazione dei richiedenti asilo bloccati in Grecia (Amnesty International, 22 settembre 2016) al trattamento dei richiedenti in Ungheria (ancora Amnesty, 27 settembre), un Paese che proprio oggi è costretto a votare lo squallido referendum “anti-quote”. E dalla tensione quotidiana che si respira a Calais, fino ai limbo nostrani di Como e di Ventimiglia (ma leggi anche qui sui diritti violati nei respingimenti dalla Svizzera alla frontiera di Chiasso).

Collegamenti

Commissione Europea: la proposta di riforma del Sistema comune d’asilo di luglio (13 luglio 2016)

Commissione Europea: la proposta di riforma di maggio (4 maggio 2016)

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