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Archivio Author: Adele Manassero

I primi due canali umanitari dal Libano e dal Marocco verso l’Europa

I primi due canali umanitari saranno aperti dalla Comunità di S.Egidio e dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII dal Libano e dal Marocco verso l’Europa.

“Il Tutore AccoglienTe” di Minori Stranieri Non Accompagnati

L’associazione “AccoglieRete” di Siracusa ha realizzato un video sul tema dei tutori dei minori stranieri non accompagnati: “Il Tutore AccoglienTe” Nel territorio di Siracusa sono accolti centinaia di minori stranieri non accompagnati (MSNA) e l’associazione AccoglieRete si propone l’obiettivo di sostenerli attraverso l’impiego di operatori, volontari, cooperative e professionisti. Il video “Il Tutore AccoglienTe” è un invito all’azione, a diventare tutore e volontario dell’associazione e nasce dall’esigenza di gettare uno sguardo sulla figura del tutore e sulla relazione che esso instaura con il minore, sia durante la prima fase di accoglienza che nell’accompagnamento lungo il suo percorso individuale. Una relazione che si basa sulla reciproca fiducia e che arricchisce la vita di entrambi, ma che non è esente da difficoltà. Fondamentali diventano quindi  la formazione continua del tutore e la creazione di una rete di sostegno reciproco. “Il tutore cura e protegge il minore, garantisce i suoi diritti, rappresenta il minore come un genitore, agisce nel superiore interesse del minore, fa da intermediario con le istituzioni, aiuta il minore a realizzare i suoi progetti.” Il progetto è stato realizzato grazie ad un finanziamento di Open Society Foundations e dall’incoraggiamento e collaborazione di Cesvi Onlus. Regia e fotografia: Paolo Palermo. Pagina Facebook di AccoglieRete ONLUS, Associazione per la tutela dei MSNA: https://www.facebook.com/AccoglieReteOnlus Canale YouTube di AccoglieRete: https://www.youtube.com/channel/UCD92zkCSLOijH7f6XkNNnxQ

WeMove.EU: campagna per l’apertura di corridoi umanitari

10.292 è il numero delle persone che hanno firmato la petizione di We Move Europe. Una campagna europea per chiedere ai Ministri degli Interni dell’UE l’apertura di corridoi umanitari legali e sicuri per i rifugiati.

WelcHome. Quando accogliere in famiglia fa la differenza

Dal 2008 ad oggi, grazie al progetto di “Rifugio Diffuso” di Torino, sono state accolte in famiglia 143 persone. Una modalità di accoglienza in espansione e inserita da poco all’interno dello SPRAR.

L’esempio di Riace. Accogliere fa bene

In un momento in cui molto si parla di accoglienza diffusa in tutti i comuni d’Italia e di ampliamento dello SPRAR, riportiamo il caso ormai mediatico di uno dei paesini che per anni ha praticato l’accoglienza non solo come “dovere civico”, ma anche per rilanciare la propria economia cittadina e ripopolarsi: Riace. Riace – foto di Nicola Zolin dal reportage sul Corriere della Sera Riace, comune situato sulla costa jonica calabrese, è divenuto ormai molto famoso a livello mediatico italiano e internazionale, tanto da dare il nome all’omonimo modello di accoglienza. Dal sito del comune si può constatare che il numero di abitanti si attesta sui 1.726, mentre il numero di persone residenti di origine straniera è sui 400. Dal 1998 ad oggi: lo sbarco dei curdi e la reinvenzione della cittadina come “paese d’accoglienza” Dalle numerose interviste al sindaco, Domenico “Mimmo” Lucano, si scopre che tutto iniziò nel lontano 1998, anno in cui per la prima volta sbarcarono a Riace circa 300 curdi in fuga dalla guerra. “Forse questo è l’episodio che ha segnato tutto il futuro, e che ha riguardato me, la mia storia, però non è questo l’importante, perché ha riguardato la storia di una comunità, di un paese che si stava spegnendo, che stava scomparendo” racconta Mimmo Lucano nel breve documentario “Il Volo” (regia di Wim Wenders, 2010) ispirato alla storia di Riace. Il sindaco parla di un senso di solitudine, in particolare durante l’inverno, di scuole che stavano chiudendo, di emigrazione della popolazione locale al

Muri

Muri –  Francesco Conversano e Nene Grignaffini (regia) – Documentario – 85’ – produzione MOVIE MOVIE in collaborazione con RAI CINEMA –  Italia (2012) Nell’agosto del 1961 viene posta la prima pietra del Muro di Berlino, che fino al 1989 ha diviso in due la città e il mondo. Il Muro di Berlino è caduto ma in molte parti del mondo continuano ad esistere muri di pietra, muri di cemento, muri di ferro, muri di sabbia. Muri di pregiudizio. Muri visibili e muri invisibili. Muri che si alzano e muri che crollano ogni giorno. Forse i muri più difficili da abbattere sono quelli dentro di noi. “Muri” racconta la quotidianità di due barriere, una visibile e una invisibile, ma entrambe drammaticamente concrete: il confine tra Messico e Stati Uniti e il ponte che divide la parte Nord dalla parte Sud della città di Mitrovica, in Kosovo. Un muro visibile tra Messico e Stati Uniti Nogales, città dello stato di Sonora, frontiera USA e Messico. Su un totale di circa 3.200 kilometri di confine tra i due Paesi, è stato costruito un muro di 1.000 kilometri; muro anti-immigrato produttore di morte e violenza che non solo non ha fermato l’ingresso di immigrati clandestini negli USA ma ha incrementato i guadagni dei trafficanti e dei cartelli messicani. “Muri” mostra cosa succede da entrambi i lati del confine e presenta alcune delle parti in causa: da un lato donne e uomini messicani e latinoamericani che tentano di arrivare negli USA camminando per giorni nel

Terra di transito. Italia: una sosta indesiderata

Terra di transito – Paolo Martino (regia) – con Rahell Ali Mohammad – Documentario – 54’ – coproduzione di A Buon Diritto con Cinecittà-Istituto Luce S.p.A. con il sostegno di Open Society Foundation e con il patrocinio di Amnesty International Italia – Italia (2014) Rahell è un giovane curdo, classe 1986. La sua famiglia deve scappare da Sulaymaniyya (Iraq) in seguito ai bombardamenti chimici del marzo 1988 e trasferirsi a Damasco, oggi ridotta in macerie. Ormai adulto, come molti altri giovani decide di intraprendere il viaggio verso l’Europa e raggiungere alcuni suoi parenti rifugiatisi in Svezia tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90. Nelle sue prime 24 ore in Italia però, gli vengono prese le impronte digitali e il suo viaggio si arresta. Secondo l’ormai noto regolamento di Dublino, Rahell può così fare richiesta d’asilo solo in Italia, dove però non vede prospettive di vita e rimane intrappolato in quella che considera una “terra di transito”. Il regista ripercorre la storia di Rahell e i suoi progetti di vita attraverso molti dialoghi del ragazzo con altri richiedenti asilo e rifugiati in Italia e in Svezia e con i parenti. Uno dei ragazzi afghani che incontra in una “Struttura di transito afghani” racconta, riassumendo in poche parole il disagio di alcune situazioni di accoglienza in Italia : “quando sono partito dall’Afghanistan non sapevo dove mi sarei fermato, se in Italia o altrove. Non conoscevo neanche l’Europa. Ho imparato il nome dell’Europa qui. Il mio unico scopo era

I giorni della tragedia. 03 ottobre 2013

Lampedusa 03 ottobre 2013 i giorni della tragedia –  Antonino Maggiore (regia) – Documentario – 55’ – produzione Libera Espressione –  Italia (2013) In ricordo del naufragio del 3 ottobre 2013, su proposta del collettivo lampedusano “Askavusa” (che in siciliano significa “a piedi scalzi”), in molte città d’Italia è stato proiettato “Lampedusa 03 ottobre 2013 i giorni della tragedia” di Antonino Maggiore, film d’inchiesta nato in quegli stessi giorni. Ricordiamo che in questa data è naufragata, ad appena mezzo miglio dalle coste di Lampedusa vicinissimo al porto (35:28’ 8580’’N ; 012:34’5090’’E), una barca con circa 540 persone a bordo, la maggior parte di nazionalità eritrea, provocando 366 morti accertati e circa 20 dispersi presunti e lasciando in vita solo 155 persone, di cui 41 minori. Numerose le interviste raccolte, tra cui quelle ai pescatori e ad altri civili che hanno prestato soccorso, quelle ai sopravvissuti, al sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini e gli stralci di interviste pubbliche ad altri politici giunti sull’isola in quei giorni. “Un mare di cadaveri dappertutto”, “certe imbarcazioni sono passate e non si sono neanche fermate”, raccontano ancora sbigottiti e amareggiati alcuni dei pescatori e civili che hanno prestato soccorso quella notte. Viene sottolineato come alcune delle dichiarazioni su orari e azioni di soccorso appaiano discordanti rispetto a quelle ufficiali che, ancora a distanza di due anni, non risultano trasparenti. Uno degli scopi di Askavusa nel diffondere il documentario (reso disponibile gratuitamente in streaming per qualche giorno per le proiezioni nelle varie città) è stato proprio quello di

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

“Alcune volte è una fuga, altre una scelta, sempre contiene una speranza e una promessa. La strada di chi lascia la sua terra”. Una graphic novel che racconta alle nuove generazioni le storie, le persone e le ragioni delle migrazioni.

La vignetta

by Mauro Biani – Repubblica
maurobiani.it

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

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