Skip to content

Archivio Author: Giovanni Godio

Duccio Facchini (Altreconomia): “Sui migranti abbiamo ‘già dato’? Ma dove, ma quando?”

Il silenzio «fragoroso» delle istituzioni italiane di fronte a richieste e denunce sulla gestione delle frontiere esterne. Le tendenze (preoccupanti) che si profilano all’orizzonte. Le verità che emergono dai numeri e che si fa finta di non vedere. Nelle settimane e nei giorni della strage alla frontiera Nador-Melilla (praticamente già finita nell’oblio) e del vertice intergovernativo di Ankara ne abbiamo discusso con Duccio Facchini, direttore della rivista Altreconomia e coautore del recente libro inchiesta Respinti. Le “sporche frontiere” d’Europa, dai Balcani al Mediterraneo.     Duccio Facchini, ecco la nostra domanda numero 1: in questi mesi avete avuto delle reazioni, delle precisazioni da parte delle istituzioni che chiamate pesantemente in causa nelle pagine di Respinti? Pensiamo fra l’altro alla questione dei numeri che “non tornano” sugli sbarchi in Italia (con il vostro mensile siete tornati ad occuparvene ancora di recente), ma anche ai finanziamenti e alle politiche Italia-Libia nel Mediterraneo centrale, alla gestione del confine orientale… «In realtà non c’è stato alcun riscontro significativo ufficiale da parte dei profili istituzionali che sono direttamente coinvolti nel respingere o nel confinare le persone. Proprio sulla questione dati: con noi la Guardia costiera ha sempre avuto un atteggiamento di silenzio fragoroso, negandoci negli anni i report, poi sostenendo che non erano disponibili a causa di “revisioni grafiche in corso”, fino ad arrivare al più classico dei silenzi, sia di fronte alle domande rivolte all’ufficio stampa, secondo i canali canonici dei rapporti con i media, sia di fronte al percorso dell’accesso civico generalizzato. Però

SPRAR vent’anni dopo, benvenuti nel sistema d’accoglienza che (ancora) non c’è

  A vent’anni dalla nascita dello SPRAR, un’indagine, la denuncia e le sei proposte del Tavolo asilo e immigrazione di fronte alla “radiografia di un sistema interrotto”. Gli organismi e le associazioni del Tavolo (fra cui la Fondazione Migrantes): «La nostra ricerca “cattura” uno stato di “rassegnazione” del mondo dell’accoglienza, il cui impegno riesce a ottenere importanti risultati nonostante la criticità di un sistema sempre più burocratizzato e una mancata integrazione con il welfare territoriale».  

Giornata mondiale: Migrantes, “Diritti esigibili”. Altreconomia, “Quell’ipocrisia tutta europea”

Da mons. Perego, presidente della Fondazione CEI, e dal mensile Altreconomia un appello e una denuncia in occasione di una Giornata mondiale del rifugiato ad alto rischio di (vuota) retorica. Perego: senza la concreta esigibilità dei diritti “non c’è futuro“. Altreconomia: “Aumento vertiginoso dei migranti forzati nel mondo, ma andamento piatto degli attraversamenti ‘irregolari’ delle frontiere UE…”.  

Migranti e aree marginali: ecco le cinque idee per “ottenere il massimo dal PNRR”

Le hanno elaborate i ricercatori del Collegio Carlo Alberto di Torino, di FIERI e dell’Università di Bologna coinvolti nei progetti europei Welcoming Spaces e Whole-COMM. “Potrebbero divenire i principi ispiratori per un aggiustamento di tiro del PNRR, che finora ha sottovalutato il pericolo, molto concreto, che svantaggi etnici e territoriali si rafforzino a vicenda”.     «A partire dal 2015 si è assistito a una redistribuzione dei richiedenti asilo sul territorio nazionale, anche nelle aree più periferiche. Proprio le aree più svantaggiate del Paese sono state spesso tra quelle più capaci di far leva sull’arrivo dei rifugiati per ricominciare a ragionare sul futuro e a investire sul rilancio economico, sociale e culturale. Eppure queste esperienze promettenti sono rimaste sostanzialmente isolate, nel migliore dei casi insignite di formali riconoscimenti come “buone pratiche”, in un quadro in cui il nesso tra accoglienza dei migranti e sviluppo territoriale nelle aree marginali non è stato messo al centro di alcuna vera politica nazionale». Partono da questa grave disattenzione i ricercatori del Collegio Carlo Alberto di Torino, di FIERI e dell’Università di Bologna coinvolti nei progetti Welcoming Spaces e Whole-COMM che, in una riflessione comune condivisa in questi giorni, hanno proposto alcuni “principi chiave” per legare in modo efficace l’integrazione di migranti e rifugiati e lo sviluppo delle aree marginali del Paese. Ecco in sintesi i cinque principi: 1) produrre «immaginari condivisi di futuri possibili» su migrazione e sviluppo delle aree interne; 2) sostenere uno sviluppo a beneficio di tutte e tutti; 3) sostenere un

Via della valle di Susa 2022: verso la Francia anche gli “esclusi” dell’Ucraina

Ma secondo un nuovo rapporto di MEDU, il flusso di migranti che passano dal rifugio Fraternità Massi di Oulx continua a essere composto soprattutto da persone giunte dalla rotta balcanica. Solo fra gennaio e aprile di quest’anno i migranti e richiedenti asilo respinti dal confine francese in alta valle sono stati più di mille.  

A domanda risposta: Schiavone (ICS e ASGI), “Ci ha salvati dal caos l’auto-accoglienza degli ucraini”

Vie di fuga apre un nuovo spazio di primo approfondimento con la voce di chi vive e lavora nel “mondo” del diritto all’asilo e alla protezione. In ogni incontro tre domande a cura della redazione e altrettante risposte: per mettere a fuoco i problemi del momento e provare a cogliere il nocciolo dell’attualità, quello “che conta” davvero. Iniziamo con Gianfranco Schiavone, socio dell’ASGI e presidente dell’ICS di Trieste. E con tre domande e risposte che hanno finito per “sconfinare” un poco, data l’ampiezza degli argomenti in questione: il (poco coraggioso) decreto protezione temporanea, la sfida dell’accoglienza diffusa dei rifugiati ucraini nel nostro Paese (“un’occasione per far crescere il coinvolgimento dei Comuni e delle famiglie”, grazie anche all’avviso di Protezione civile diffuso ieri) e i nuovi rischi di strumentalizzazione politica.

The Game – The Balkan route

The Game. The Balkan route – Visual novel-videogioco – di Dialobot Games con ICS – Tempo di fruizione: in media 1 h circa  – Disponibile per Windows, macOS e Linux – Italia – 2022 Sulla rotta balcanica con Arul, un giovane rifugiato afgano, e i suoi compagni di viaggio. L’intreccio è costruito come una fiction ma si basa su decine di testimonianze autentiche. Otto i finali possibili e due le versioni di gioco: «veloce e fortunata» oppure «casuale e realistica».

Sbarchi, arrivi in Europa, morti e dispersi: quell’accesso disuguale alla mobilità sicura

Secondo i primi dati europei per gennaio e febbraio 2021, senza contare il flusso di profughi ucraini innescato dall’invasione russa del 24 febbraio sono circa 27 mila i migranti e i rifugiati che hanno attraversato in maniera “irregolare” le frontiere esterne dell’UE (+ 61% rispetto al medesimo periodo dell’anno scorso). Mentre sono già 340 i morti e dispersi nel solo Mediterraneo. Per l’OIM «questi tragici incidenti sono spesso il risultato di un accesso ineguale alla mobilità legale e sicura».  

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

“Alcune volte è una fuga, altre una scelta, sempre contiene una speranza e una promessa. La strada di chi lascia la sua terra”. Una graphic novel che racconta alle nuove generazioni le storie, le persone e le ragioni delle migrazioni.

La vignetta

by Mauro Biani – Repubblica
maurobiani.it

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

Pubblicazioni