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Archivio Author: Giovanni Godio

Decreto emergenza Ucraina: accoglienza diffusa per 15 mila e sostegno per altri 60 mila

Il decreto-legge approvato ieri dal governo Draghi per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina prevede tra l’altro forme di sostegno all’assistenza dei titolari di protezione temporanea che hanno trovato una sistemazione autonoma. Stabilito un contributo alle Regioni per l’accesso al SSN di richiedenti asilo e titolari di protezione temporanea (fino a 100 mila persone). Mentre i medici, infermieri e operatori socio-sanitari ucraini potranno lavorare con le loro qualifiche in Italia fino all’inizio di marzo del 2023. La voce “accoglienza umanitaria” del decreto sarà finanziata con 428 milioni di euro, un decimo del totale previsto da tutte le misure del provvedimento. *** Aggiornamento 21 marzo: il decreto in Gazzetta Ufficiale (nel Titolo V le decisioni sull’accoglienza) ***

Ucraina orientale, dove si innaffia il giardino tra pallottole ed esplosioni

La nuova invasione dell’Ucraina non ci sarà (forse). Ma nell’ultimo autunno gli episodi di mancata sicurezza registrati lungo la linea di confine con le “repubbliche” separatiste di Donetsk e Lugansk hanno superato del 50% quelli dello stesso periodo del ’20. Dal 2014 la guerra “a bassa intensità” nell’Est del Paese è costata solo ai civili 3.100 morti e oltre 7.000 feriti; 13 mila le vittime totali, con la fuga di un milione e mezzo di sfollati e 81.500 richiedenti asilo nell’UE. Forze armate e milizie di tutte le parti in causa sono responsabili di gravi violazioni dei diritti umani. Intanto, sono ben 174 le violazioni del cessate il fuoco registrate in 24 ore due giorni fa.

Quell’accoglienza emergenziale per l’emergenza che non c’è

Presentata Centri d’Italia, la prima piattaforma liberamente accessibile da cui è possibile scaricare dati di dettaglio sull’intero sistema di accoglienza per i richiedenti asilo e i rifugiati nel nostro Paese, dai CAS ai centri SAI, a quelli di prima accoglienza. Secondo ActionAid e Openpolis, dopo gli ultimi anni caratterizzati da pochissimi arrivi (il 2018, il 2019 e il 2020) “si è persa un’occasione per riformare il sistema e renderlo efficace nel supporto all’autonomia delle persone”.  

Valle di Susa e versante francese delle Alpi, altri due morti in poche settimane

Due nuove vittime dimenticate, a gennaio, fra i migranti che tentano la via delle Alpi fra la valle di Susa e la Francia: un giovane marocchino di 31 anni e un ragazzo afghano di appena 15, travolto da un treno fra Salbertrand e Oulx. Secondo Medici per i diritti umani, la militarizzazione dei controlli sul versante francese e la collaborazione franco-italiana hanno avuto il risultato «di sponsorizzare l’attività dei trafficanti, che in questi mesi sono pericolosamente ricomparsi o, addirittura, hanno occupato la scena». Intanto all’inizio del mese un terzo migrante ha perso la vita vicino a Ventimiglia, folgorato su un treno.

Asilo 2021: in Italia un piccolo atlante dei Paesi più insicuri

I primi dati completi per l’ultimo anno denunciano che la metà dei principali Paesi di fuga di chi cerca protezione nel nostro Paese si trovano nelle ultime posizioni dell'”indice di pace globale”. In Italia l’onda lunga del lontano disastro umanitario in Afghanistan (6.400 richiedenti protezione contro i 645 del 2020); ma anche i riflessi delle “emergenze diritti” sulla sponda Sud del Mediterraneo, in Tunisia (+ 590% di richiedenti) ed Egitto (+ 680%). In crescita la percentuale di esiti positivi per i richiedenti esaminati (44% nel ’21 contro il 25% nel ’20). Ma il nostro sistema di valutazione in quattro anni ha generato 202 mila “dinieghi”.

Cooperazione allo sviluppo e “aiuto gonfiato”: nel 2022 qualche (piccolo) passo in avanti

La legge di bilancio approvata a fine dicembre interviene fra l’altro sul filo doppio che nelle politiche italiane (ma prima di tutto internazionali) lega l’aiuto pubblico allo sviluppo (APS) e le spese per l’accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo. Queste ultime sono conteggiate come parte delle risorse dedicate alla cooperazione, ma per le ONG europee questa prassi determina gran parte del cosiddetto “aiuto gonfiato” .

Dove fallisce l’Europa: il dossier di RiVolti ai Balcani sul nuovo campo di Lipa

“Non è né un centro, adeguato o meno, di prima accoglienza, né un centro per coloro che chiedono asilo, bensì uno dei luoghi di confinamento che calpestano la dignità umana e che caratterizzano l’attuale storia europea”. Alla costruzione, costata in tutto tre milioni di euro, e al mantenimento del campo ha contribuito e contribuisce anche l’Italia, con 500 mila. Ma strutture isolate, grigie, anonime e di fatto detentive come questa non sono certo “il meglio” di quel che si può offrire ai migranti in transito in Bosnia-Erzegovina. La rete RiVolti ai Balcani ha iniziato a dimostrarlo anche con i fatti.

Ricerca e soccorso in mare: 59 i procedimenti giudiziari contro le ONG dal 2016

Secondo l’ultimo monitoraggio dell’Agenzia dell’UE per i diritti fondamentali, su una ventina di mezzi oggi presenti nel Mediterraneo solo otto sono effettivamente in grado di portare a termine operazioni di “search and rescue”. Cinque le navi bloccate in porto per procedimenti legali. Nel 2021 sono state 28 le operazioni di ONG che hanno dovuto aspettare più di un giorno prima dell’assegnazione di un “porto sicuro” sulle coste italiane (contro le 22 del 2020): in nove casi l’attesa è durata una settimana o più. *** Aggiornamento 23 dicembre 2021:  Carola Rackete, cade anche l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ***

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

“Alcune volte è una fuga, altre una scelta, sempre contiene una speranza e una promessa. La strada di chi lascia la sua terra”. Una graphic novel che racconta alle nuove generazioni le storie, le persone e le ragioni delle migrazioni.

La vignetta

by Mauro Biani – Repubblica
maurobiani.it

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

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