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Immigrati nelle vie del quartiere Kumkapı, Istanbul.

Sono 36.000 i migranti che nel 2010 sono riusciti a guadare il fiume Evros, al confine tra Turchia e Grecia. Nei mesi estivi circa 300 persone ogni giorno, nascondendosi tra le piantagioni di girasole e di mais, tentano l’impresa. E’ un passaggio obbligato per il 90% del totale degli arrivi in Europa.

Si stima che siano circa 11 milioni i migranti presenti a Istanbul, provengono da Iran, Siria, Iraq, dai paesi dell’Africa sub sahariana e dall’Asia (la popolazione di Istanbul al 2011, secondo stime non ufficiali, si aggira intorno ai 20 milioni di abitanti); sono oltre 4 milioni gli sfollati interni (kurdi dell’Anatolia sud orientale) che vivono in baraccopoli improvvisate, mentre il numero degli immigrati nel solo quartiere di Kumkapı è di circa 6.000-7.000.

Il quartiere di Kumkapı, un tempo abitato prevalentemente da greci ed armeni, oggi ospita africani ed asiatici di diverse nazionalità, tanto da essere conosciuto come il quartiere più multietnico di Istanbul. I migranti vivono in palazzi fatiscenti e vecchi il cui affitto, molto costoso, li costringe a sovraffollare le stanze con 8/10 persone; coloro che riescono a trovare lavoro sono occupati spesso in nero in piccole fabbriche di scarpe o vestiti per 10/12 ore al giorno, ricevendo un salario molto inferiore al minimo ufficiale. Gli immigrati privi di documenti, oltre a non potersi permettere l’utilizzo dell’unico e costoso ospedale privato del quartiere, sono esclusi dall’accesso agli ospedali pubblici.

Al fine di garantire il diritto alla salute e alle cure anche a chi ne rimarrebbe escluso, nasce nel 2009 proprio a Kumkapı, la “Casa di Accoglienza per Migranti”, un progetto che vede impegnate l’associazione di avvocati “TOHAV”, l’ONG francese “Medici del Mondo” e da luglio 2011 l’associazione di Alessandria “Verso il Kurdistan onlus”  che ha finanziato la fornitura di medicinali essenziali per un importo pari a € 16.385, coprendo così l’acquisto per il periodo di un anno. Obiettivo del progetto è fornire assistenza socio-sanitaria a tutti i migranti in transito ad Istanbul e diretti in Europa.

L’équipe di volontari che lavorano nel centro è formata da:
– una coordinatrice del programma, Lerzan Caner
– due medici, il dott. Sekouba Conde (rifugiato della Guinea Bissau) e il dott. Levent Abbasoğlu
– un’infermiera, Hatun
– una segretaria, Şukran

Il lavoro della “Casa di accoglienza dei migranti”  consiste in:
– visite gratuite ai migranti
– fornitura gratuita di medicinali ai pazienti secondo le prescrizioni mediche e acquisto presso una farmacia convenzionata del quartiere
– invio dei malati, in caso di necessità, all’Ospedale San Giorgio, un ospedale austriaco con il quale il centro ha stipulato un contratto di partenariato secondo cui si prevedono visite gratuite, analisi ed interventi chirurgici a metà prezzo
– raccolta delle testimonianze dei migranti
– individuazione di percorsi lavorativi e/o assistenziali
– organizzazione di attività di animazione e ricreative
– redazione di report che registrano i dati degli utenti con la specificazione delle malattie per le quali essi hanno ricevuto le cure

Nel report del mese di giugno 2011 si contano 380 migranti assistiti (104 donne, 276 uomini), in maggioranza provenienti dall’Africa sub sahariana; in quello del mese di luglio 2011 475 (151 donne, 324 uomini), provenienti da Africa e Asia; infine in quello di agosto 2011 sono stati registrati 534 migranti (nonostante i 3 giorni di ferie dovuti alla festa del mese di Ramadan).

Antonio Olivieri, Presidente dell’Associazione “Verso il Kurdistan onlus” ha visitato di persona il centro durante uno dei viaggi-delegazione in Turchia (l’ultimo dei quali è stato ad agosto 2011) e ha voluto appoggiare economicamente il progetto poiché ritiene che l’accesso gratuito ai medicinali sia un modo per lottare concretamente contro le malattie e la mortalità che colpiscono vaste fasce della popolazione migrante.

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