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Archivio Category: Libri, film & c.

Cose di questo mondo

Cose di questo mondo –  Michael Winterbottom (regia) – Drammatico – 88’ – Produzione The Film Consortium, BBC, Film Council –  Gran Bretagna 2002 * di Adele Manassero

Cinema, concorsi: Fammi vedere, in 120 secondi!

Il Consiglio italiano per i rifugiati ha promosso la seconda edizione del concorso di cortometraggi “Fammi vedere”. Il termine per l’invio dei lavori (massimo due minuti di proiezione) è il 30 settembre.

Graphic News

Graphic News – coop. Pequod con assoc. Mirada (realizzazione) – «il primo portale nativo digitale di informazione a fumetti» – con il sostegno della Fondazione Unipolis * di Maria Lucia Di Stefano Novità nel panorama dei media: con Graphic News è nato il primo sito italiano di informazione e approfondimento interamente a fumetti. Salta subito all’occhio, fra i primi servizi pubblicati, uno “Speciale migrazioni”: al suo interno troviamo due lavori proposti da Pietro Scarnera e Mattia Moro. Scarnera intitola il suo servizio Mediterraneo. L’immagine che fa da sfondo ai disegni è proprio il bacino del mare nostrum, e le tavole illustrano come non solo Lampedusa, il Canale di Sicilia e Malta siano luoghi di lutto nell’Europa meridionale, perché anche Melilla, Candia, Rodi, Lefkada e Lesvos sono stati teatro di gravi incidenti mortali. Poi, in calce al sintetico dossier,  l’autore rimanda per un ulteriore approfondimento ai siti di Fortress Europe e Watch the Med. Il fumetto di Mattia Moro invece, No direction home, racconta come una quarantina di rifugiati abbiano avuto l’opportunità, da parte del Comune di Bologna, di autogestire l’ex scuola Merlani. Hanno provveduto al restauro (lo stabile era fatiscente) e sono riusciti a viverci tutti insieme, suddividendosi bollette e mansioni quotidiane (pulizie, luce, spesa). A oggi la convenzione con il Comune non è stata rinnovata ed alcuni di loro hanno deciso di cercare fortuna in Svizzera o Germania, mentre altri sono riusciti a trovare un lavoro a Bologna, sufficiente per pagare un affitto: Peter, ad esempio, ha un contratto di apprendistato per tre anni come

Limbo

Limbo – Matteo Calore e Gustav Hofer (regia) – Documentario – 56′ – Produzione ZaLab e Hiq Productions – Italia 2014 * di Lisa Rigotto Se ci chiedono di cercare la parola “limbo” sul dizionario, troviamo che ci viene descritto come “uno stato di indeterminatezza, di incertezza, una situazione indefinita e indefinibile”. Ora immaginatevi se una delle persone più care con cui vivete, un giorno, da un momento all’altro, senza un preavviso, vi viene portata via per essere rinchiusa lontano da casa dentro una specie di container, di scatolone prefabbricato, pieno di interrogativi su come e quando qualcosa succederà o cambierà, per il semplice fatto di non avere i documenti in regola: si ritrova a vivere in un luogo anonimo senza fare nulla e senza sapere nulla, solo con la paura e l’ansia di essere rimpatriata dove non resta più nessuno ad aspettarla. Una situazione angosciante non solo per gli immigrati stessi, ma anche per i loro familiari, che magari sono ormai inseriti nella società, italiani quasi sotto ogni aspetto ma in costante conflitto con la burocrazia. Questo è il limbo dove sono costretti a vivere Alejandro, Bouchaib, Karim e Peter, rinchiusi nei CIE di Trapani, Torino e Roma, e delle loro famiglie che attendono ogni istante di avere notizie sulla loro liberazione e sul loro ritorno a casa. Limbo racconta le storie di attesa, rabbia e paura di persone che non vogliono altro che trovare un lavoro e vivere in Italia. «Quando abbiamo iniziato le ricerche – spiegano i

Sada. Caffè arabo amaro

Sada. Caffè arabo amaro – Akram Safadi (regia) – Film-documentario – 93′ – Safad Film e Fotogramma 25 – Palestina-Italia 2014

La lista del console

La lista del console – Alessandro Rocca (regia) – Documentario – 52′ – SGI/Rai Cinema con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte e Regione Piemonte (Piemonte Doc Film Fund) – Italia 2012

Il sale della terra

Il sale della terra – Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado (regia) – Documentario – 110′ – Decia films, Amazonas Images, Solares Fondazione delle arti – Brasile, Francia, Italia 2014 Oggi non li vediamo così. Rischiano di morire annegati o di freddo, continuano a fuggire in massa da Paesi dove la vita è impossibile e a stiparsi in campi mostruosi lontani dall’Europa. Ma non sono, non sembrano più i profughi e i rifugiati che Sebastião Salgado ha incontrato e ritratto nei suoi reportage degli scorsi decenni:  spesso uomini, donne, bambini ridotti a scheletri vivi, lasciati a lottare da soli contro la strada, la fame e la sete dopo essere stati scacciati dalla siccità e dalla guerra in Sahel, in Eritrea e in Etiopia a partire dagli anni ’80, oppure risucchiati negli esodi seguiti alle carneficine dei Grandi Laghi nei ’90, fra l’impotenza e l’incapacità di quella che continuiamo a chiamare “comunità internazionale”. Questi rifugiati e profughi ce li eravamo dimenticati. Ma ce li rimette sotto gli occhi questo documentario sulla vita e le opere del grande fotografo brasiliano nato nel 1944, perché i registi, Wenders e uno dei due figli dello stesso Salgado, ripropongono fra l’altro molte delle sue istantanee africane. Immagini “perfette” e solenni, che senza limitarsi alla denuncia si sforzano sempre di riaffermare, nonostante tutto, la dignità di corpi e persone. E scatto dopo scatto (anche se questo film potente e suggestivo è tutt’altro che una monografia sullo sradicamento forzato nell’Africa subsahariana!) ti si annida nella mente, ostinata, una domanda che ha

Quando le ferite sono invisibili

Salvatore Geraci (a cura di) – Quando le ferite sono invisibili. Vittime di tortura e di violenza: strategie di cura – pp. 141 – Pendragon 2014 – euro 10 In questi mesi l’ennesima “emergenza” nel Canale di Sicilia ha concentrato l’attenzione sulle difficoltà di accoglienza, mentre dal punto di vista sanitario è stato enfatizzato dai media e da alcune forze politiche il presunto rischio di epidemie da virus Ebola in Europa. Ma pochi ricordano, anche negli ambienti socialmente più aperti, la necessità di avviare percorsi di reale tutela dal punto di vista psico-sociale a favore dei migranti che accogliamo nel nostro Paese. Fa eccezione questo volume, frutto dell’esperienza clinica e dell’attività di ricerca degli operatori del progetto “Ferite invisibili” della Caritas di Roma. Al centro dell’attenzione, in queste pagine, le difficili esperienze, i bisogni di salute e le possibilità di cura dei migranti vittime di violenze intenzionali. Spesso sono profughi che arrivano in Italia in fuga da guerre, e molti di loro hanno sofferto violenze o torture e poi vissuto esperienze traumatiche legate ai loro difficili percorsi migratori. I pazienti che soffrono di patologie post-traumatiche, si sottolinea in Le ferite invisibili, richiedono un approccio complesso che tenga conto di diversi elementi: l’organizzazione dei servizi sociali e di salute mentale, la creazione di una rete assistenziale, le specificità degli interventi psicoterapeutici e l’utilizzo dei mediatori culturali in una logica di “mediazione di sistema”. Nato nel 2005, il servizio “Ferite invisibili” della Caritas romana è stato riconosciuto e inserito dall’Ufficio dell’Alto commissario per

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

“Alcune volte è una fuga, altre una scelta, sempre contiene una speranza e una promessa. La strada di chi lascia la sua terra”. Una graphic novel che racconta alle nuove generazioni le storie, le persone e le ragioni delle migrazioni.

La vignetta

by Mauro Biani – Repubblica
maurobiani.it

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

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