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Cie: “90 giorni, un passo avanti verso l’abolizione”

L’art. 3 della Legge Europea 2013-bis, approvata definitivamente, porta da 18 mesi a 90 giorni il limite massimo per il “trattenimento” di un migrante nei Centri di identificazione ed espulsione. Quest’anno, nei pochi Cie rimasti aperti, da gennaio all’estate sono stati “trattenuti” oltre 2.100 migranti e ne sono stati rimpatriati poco più di mille.

Foto: Peacereporter.net

«Un passo avanti verso l’abolizione dei Centri di Identificazione e di espulsione»: così l’associazione Antigone saluta l’approvazione in definitiva della Legge Europea 2013-bis, dove all’art. 3 si stabilisce che il migrante da identificare possa essere tenuto all’interno di un Cie per non più di 90 giorni. Invece, il migrante che ha trascorso 90 giorni in un penitenziario può essere trasferito in un Cie e lì trattenuto per un massimo di 30 giorni, senza proroghe. 

Con la normativa precedente i tempi di permanenza nei Cie, a prescindere dal periodo trascorso in carcere, potevano arrivare comunque a 18 mesi.

 «In attesa della chiusura definitiva di questi Centri – ha detto Patrizio Gonnella, presidente di Antigone e della Coalizione italiana libertà e diritti civili – quella che arriva dalla Camera è un’ottima notizia. È importante che si dia subito attuazione a questa norma e vengano rilasciati tutti quei migranti per cui i tempi di permanenza abbiano superato quelli previsti dalle nuove disposizioni. In particolar modo, per tutti coloro che sono passati dalle carceri e che lì avrebbero dovuto essere identificati».

Secondo dati comunicati in commissione Diritti umani del Senato dal ministro degli Interni Alfano, nella scorsa estate i Cie ancora in funzione erano cinque, con una disponibilità totale di 500 posti (Bari, Caltanissetta, Roma, Torino, Trapani). «Al momento» chiusi, Bologna, Brindisi, Crotone, Gradisca d’Isonzo e Milano.

Nel 2013 sono stati “trattenuti” nei Cie 6.016 stranieri e ne sono stati rimpatriati 2.749, mentre nel 2014 rispettivamente 2.124 e 1.036. I tempi medi di “trattenimento” in questo 2014: 55 giorni a Bari, 24 a Caltanissetta, 32 a Roma e Torino e 50 a Trapani.

Ma c’è tutto un sistema da riformare

Per L’Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione), il nuovo “tetto” massimo di 90 giorni «è un passo nella direzione giusta», ma non basta: i Cie vanno chiusi perché violano gravemente la Costituzione, le norme internazionali e la Direttiva 2008/115/CE sul rimpatrio degli stranieri in condizione di soggiorno irregolare.

Ma l’associazione ricorda anche che «le criticità dal punto di vista giuridico riguardano l’intero sistema di detenzione degli stranieri in Italia». E la gravità di tutta una serie di violazioni degli articoli 13 e 110 della nostra Costituzione, della Convenzione europea sui diritti dell’uomo e della normativa dell’Unione europea «impone un urgente intervento legislativo che riformi la disciplina dei provvedimenti amministrativi di respingimento e di espulsione, degli allontanamenti e dei trattenimenti per renderla conforme alle norme vigenti comunitarie e internazionali». 

Leggi anche su Vie di fuga

Cie: si riduce il periodo di permanenza?

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1 commento

  1. Cara Lidia ti giro questo articolo eprchè penso possa interessarti
    cristina


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