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Dublino III, ritorno a Fiumicino: ogni riferimento è “casuale”

Il report dell’Asgi sui “ritorni” in Italia dei richiedenti asilo e i rifugiati incappati nelle maglie del Regolamento Dublino, sia nella vecchia versione “II” che nella nuova versione “III”.

Cop_Dubl_2015Reinviare i “Dubliners” in Italia? Vuol dire affidarli ancora alle mille casualità di un sistema di accoglienza lacunoso e che, per giunta, non ha ancora saputo dotarsi di un piano di accoglienza ad hoc, nonostante questi reinvii siano migliaia ogni anno. Lo certifica il report Il sistema Dublino e l’Italia: un rapporto in bilico, pubblicato dall’Asgi e frutto di una ricerca realizzata nell’ambito del progetto Card (Centro analisi regolamento Dublino).

La casualità che segna i trasferimenti in Italia previsti dal regolamento “Dublino” inizia subito, appena scesa la scaletta dell’aereo. In particolare i ricercatori dell’Asgi hanno studiato il “caso Fiumicino”. Ai servizi di questo valico di frontiera in un anno, dal settembre 2013 al settembre 2014, sono “transitate” 3.200-3.800 persone richiedenti o già in possesso di uno status di protezione: fra loro, almeno 2.000 sono arrivate in applicazione al regolamento “Dublino” II e  poi III (quest’ultimo è entrato in vigore il 1° gennaio 2014). Per l’Asgi «è ragionevole supporre che più della metà di tutti trasferimenti eseguiti verso l’Italia avvenga proprio attraverso lo scalo di Roma Fiumicino».

Il disastro dell’A.S.T.R.A.  

«Coloro che vengono rinviati sul territorio rischiano di rimanere per più giorni in aeroporto – ha rilevato l’Asgi. – Tale permanenza avviene in strutture assolutamente inadatte alla ricezione e all’accoglienza di persone, essendo pensate solo per accogliere momentaneamente i passeggeri in transito».

Ma è solo l’inizio. Perché l’Italia ad oggi non ha un piano nazionale di “distribuzione” dei “dublinanti” nei centri di accoglienza sul territorio nazionale. «La casualità è del tutto evidente nel caso dei richiedenti protezione – denuncia il report dell’Asgi –. Al momento dell’uscita dall’aeroporto possono essere destinati a centri che garantiscono standard idonei, ma anche a centri dove gli standard risultano assolutamente inadeguati all’accoglienza di richiedenti asilo», anche se questi sono in situazione di vulnerabilità.

È emblematica la situazione degli ospiti del centro Fer (Fondo europeo rifugiati) A.S.T.R.A. di Roma per i richiedenti asilo “di Dublino”, che sono stati “accolti” per mesi in locali e in condizioni inadeguate. Fra gli ospiti del centro (50 posti), anche una giovane donna incinta, una minore appartenente a una famiglia di cinque membri e diversi malati psichici.

Il ministero dell’Interno ha disposto la chiusura del Fer A.S.T.R.A. entro lo scorso 28 febbraio, in anticipo rispetto al progetto, a quanto pare per le condizioni della struttura (fra le cooperative che avevano ricevuto la gestione del servizio per conto dell’ente capofila, il Comune di Roma, c’è la Eriches 29, legale rappresentante Salvatore Buzzi, al centro dell’inchiesta su “Mafia Capitale”). Ma ancora alla metà di marzo i richiedenti risultavano ancora tutti accolti presso il centro, «lasciati del tutto in balia di se stessi», senza servizi tranne i pasti.

«La casualità del sistema può altresì portare a situazioni in cui i richiedenti asilo “rinviati” si trovino privi di accoglienza sul territorio. In alcuni casi rimangono “in orbita” anche per molti mesi, senza che la loro procedura di protezione internazionale venga riattivata e senza una qualsiasi forma di accoglienza e di orientamento sociale e legale».

Già rifugiati? È peggio…

Ma la casualità diventa purtroppo «una situazione di certezza» quando i “Dubliners” sono già titolari di uno status di protezione. Nel loro caso vi è «una sistematica destituzione da parte dello Stato italiano al momento del loro rientro sul territorio», anche nel caso di rinvii di nuclei familiari o di persone altamente vulnerabili. «Il dato risulta particolarmente rilevante se si pensa che almeno il 68% di tutti gli “arrivi Dublino” a Fiumicino è rappresentato da titolari di protezione».

La ricerca dell’Asgi Il sistema Dublino e l’Italia: un rapporto in bilico  si è inserita nel passaggio tra il Regolamento “Dublino II” (Regolamento CE 343/2003) e il Regolamento “Dublino III” (Regolamento UE 604/2013). Fra le Appendici della pubblicazione si trovano anche due “case studies” sulla situazione a Firenze (a cura di Medici per i diritti umani) e nell’Hotel Monte Marzio in provincia di Varese (a cura del Centro Naga Har).

Collegamento

Il sistema Dublino e l’Italia (ASGI 2015)

 

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