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Il numero di 100 mila migranti sbarcati sulle coste italiane nel 2014 è stato toccato alla vigilia di ferragosto. Gli ultimi aggiornamenti dell’Unhcr, i dati (un po’ sommari) sull’attività del Viminale nell’ultimo anno e l’aggiornamento mensile dell’Easo.

Su una nave italiana, un padre e un figlio siriani attendono di essere visitati da un medico (foto Unhcr 2014).

Secondo il consueto (e un po’ sommario) rapporto di ferragosto sull’attività del Viminale, nell’ultimo anno, cioé dal 1° agosto 2013 al 31 luglio 2014, sono sbarcati in Italia 116.944 migranti (per oltre l’80% in Sicilia), di cui 62.982 soccorsi dall’operazione “Mare nostrum”.

Nel periodo sono state esaminate 35.424 domande d’asilo, di cui 24.435 con riconoscimento di una forma di protezione (3.784 status di rifugiato, 8.143 protezione sussidiarie e 12.508 protezioni umanitarie). I dinieghi sono stati 9.691 e gli “altri esiti” 1.298.

L’accoglienza

Al 31 luglio 2014 i migranti accolti nei centri temporanei, nelle strutture governative e nei centri Sprar erano 53.243, soprattutto in Sicilia (28%), Lazio (13%), Puglia (11%) e Calabria (8%). Solo al quinto posto la prima regione del Nord, la Lombardia (7% di tutti i migranti accolti). Piemonte ed Emilia-Romagna accoglievano ognuna il 4%.

Le statistiche diffuse dal ministero dell’Interno non scorporano gli accolti per strutture, molto diverse per dimensioni (e per la qualità dei servizi offerti).

Oltre la metà sono in fuga

I punti di "intercettamento" di imbarcazioni con migranti fra 2013 e 2014 (fonte ministero dell'Interno, agosto 2014).

Dal solo 1° gennaio, calcola invece l’Unhcr, le persone giunte in Italia via mare hanno raggiunto le 100 mila persone il 13 agosto. Fra loro oltre il 50% sono in fuga da guerre, violenze e persecuzioni. «In maggior parte vengono da Eritrea (29%) e Siria (18%) e spesso proseguono il viaggio verso altri Paesi dell’Unione Europea».

Per l’Alto commissariato Onu sono 1.565 le persone morte o tuttora disperse nel tentativo di attraversare il Mediterraneo alla volta dell’Europa, circa 1.300 solo dall’inizio dell’estate.

Ma nonostante il numero crescente di persone bisognose di protezione in arrivo via mare in Italia e in Europa, prosegue l’Unhcr, «è importante sottolineare che l’86% dei rifugiati rimane nei Paesi del sud del mondo. Il numero dei rifugiati eritrei è raddoppiato negli ultimi anni a causa del perdurare delle violazioni dei diritti umani nel Paese e la maggior parte di loro risiede in Sudan (110 mila) e in Etiopia (84 mila), mentre il 20% (65 mila) ha trovato protezione in Europa».

«Per quanto riguarda la Siria, sono ormai 2,9 milioni le persone costrette alla fuga che hanno trovato protezione nei Paesi confinanti (Libano 1,1milioni, Giordania 610 mila, Turchia 823 mila, Iraq 218 mila ed Egitto 138 mila), mentre 123 mila si trovano in Europa».

In Europa

Una famiglia ucraina rifugiata in Nord Ossezia (foto Unhcr 2014).

Intanto continua a peggiorare la situazione in Ucraina. L’Unhcr stima che, in seguito alla guerra civile, gli sfollati nei confini del Paese abbiano raggiunto il numero di 117 mila. Mentre stima a 168 mila le persone che hanno cercato protezione nella sola Russia. I primi dati per il mese giugno di fonte Easo calcolano invece un + 25% di richieste d’asilo di cittadini ucraini nel territorio dell'”Ue +” (Unione a 28 Paesi più Svizzera e Norvegia) rispetto al mese di maggio.

Se invece si guarda a tutte le nazionalità, nei confini dell'”Ue +” nel mese di giugno sono stati registrati in totale oltre 49.500 richiedenti asilo: una cifra prossima al picco mensile più elevato mai registrato da Eurostat a partire dal 2008 (i 50.135 richiedenti asilo dell’ottobre 2013).

Allegato

Le richieste d’asilo nell'”Ue +”: i primi dati per giugno 2014 (Easo luglio-agosto 2014, in inglese, file .pdf)

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2 commenti

  1. è inutile lasciare commenti, se devono essere sottoposti alla censura della vostra redazione. Voi non accettate commenti critici ma solo commenti che sono affini alla vostra posizione ideologica.

    • Gentile Mario, come redazione crediamo di non censurare nessuno. Salvo errori e ritardi di cui ci scusiamo (nella gestione della casella di posta essi si verificano soprattutto per le nostre scarse risorse e per la massa di commenti fittizi che arrivano ogni giorno), “liberiamo” quelli che hanno un minimo di senso compiuto e motivazione.
      E ci è capitato, in passato, di chiedere via mail ad alcuni commentatori di motivare un poco di più alcune asserzioni con l’appoggio di fonti precise (come noi ci sforziamo di fare nel nostro servizio), senza peraltro ricevere risposta.
      Un grazie comunque per il suo interesse all’Osservatorio, e, sperando di non darle più, in futuro, l’impressione che ci ha comunicato, un cordiale saluto.
      La redazione di “Vie di fuga”.


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