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Fare la fila qui per la corruzione. Inchiesta sul Sudafrica

La fila per ricevere il cibo in un campo profughi di Johannesburg, (Themba Hadebe, Ap/Ansa)
La fila per ricevere il cibo in un campo profughi di Johannesburg, (Themba Hadebe, Ap/Ansa)

L’African Centre for Migration and Society (ACMS) ha pubblicato un’inchiesta sul sistema d’asilo sudafricano dal titolo “Queue here for corruption: Measuring Irregularities in South Africa’s Asylum System”. E cioè, tradotto in italiano: “Fare qui la fila per la corruzione: misurare le irregolarità del sistema di asilo in Sud Africa”. 

Il titolo non lascia dubbi e apre il sipario sul paese africano che è la meta principale del continente nero per tutti coloro che vogliono chiedere asilo e migliorare le proprie condizioni di vita. Nel 2014 il Sud Africa ha accolto 86 mila richieste di asilo (in Italia nello stesso periodo sono state quasi 65 mila) ma non ha quasi mai riconosciuto lo status (con un riconoscimento ogni 10 richieste è il paese al mondo con la più bassa percentuale di accettazione).

Ma il Sud Africa non solo non riconosce lo status, ma rende molto difficile anche presentare la stessa domanda di asilo. L’inchiesta si basa su 900 interviste, fatte soprattutto a richiedenti asilo, i quali hanno dichiarato che per ottenere l’accesso all’iter è necessario pagare. Prima o poi si deve lasciare una mazzetta, alcuni direttamente in frontiera, altri ai Refugee Reception Office (i centri abilitati a raccogliere le domande di asilo) e altri ancora al momento del rinnovo dei permessi di soggiorno.

L’inchiesta sottolinea che uno dei motivi per cui la corruzione è aumentata esponenzialmente è stata la chiusura di diversi Refugee Reception Office dislocati sul territorio. Al momento sono in funzione soltanto tre centri: Pretoria, Musina e Durban. Il Governo ha preso la scelta di disincentivare le migliaia di uomini e donne che ogni anno entrano nel paese, rendendo estremamente complicato l’accesso al diritto di asilo.

Il Sudafrica è quindi un paese estremamente duro per tutti coloro che non sono cittadini sudafricani. Oltre all’inchiesta sulla corruzione non bisogna dimenticare che ad aprile 2015 il paese è stato colpito da un’ondata xenofoba gravissima. Moltissimi africani che vivevano e lavoravano in Sudafrica sono stati rimpatriati perché erano cominciate vere e proprio azioni di violenza contro di loro, accusati di rubare il lavoro ai Sudafricani.

Allegati

Versione inglese dell’inchiesta

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IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

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