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Si è conclusa nelle scorse settimane a Torino la “Carovana italiana per i diritti dei migranti, la dignità e la giustizia”. I testimoni e gli ospiti della Carovana hanno incontrato la città in alcuni eventi aperti a tutti, fra cui il seminario “Italia-Messico, cammini che si incrociano. Dialogo a più voci sul fenomeno migratorio”, organizzato dal progetto Carovane Migranti in collaborazione con l’Università di Torino – Comitato Unito America Latina e Caraibi. Per Amnesty International il Messico è un «Paese senza giustizia». Ma secondo una delle relatrici al seminario, la sua crisi d’umanità «è la crisi d’umanità del mondo intero».

 

Qui sopra e nelle foto sottostanti: Messico, l'impegno della Caravana de Madres Centroamericanas buscando a sus migrantes desaparecidos (foto Caravana 2014).
Qui sopra e nelle foto sottostanti: Messico, l’impegno della Caravana de Madres Centroamericanas buscando a sus migrantes desaparecidos (foto Caravana 2014).

* di Elia Carlotti

Italia e Messico, insieme. Perché? Il seminario “Italia-Messico, cammini che si incrociano” ha coinciso volutamente con l’arrivo a Torino della Carovana italiana per i diritti dei migranti che, partita lo scorso 22 novembre a Lampedusa, ha viaggiato attraverso diverse regioni risalendo il nostro Paese. Negli stessi giorni, in Messico, la Caravana de Madres Centroamericanas buscando a sus migrantes desaparecidos ha percorso le strade che dal Centroamerica arrivano fino agli Stati Uniti.

Crimini autorizzati

Madres_Mexico_2Questi scenari lontani nello spazio sono accomunati da logiche simili di sopruso, ma anche da risposte di solidarietà e di lotta contro le dinamiche di violazione dei diritti della persona. L’intento di queste Carovane è, infatti, quello di seminare storie e testimonianze durante il tragitto, per costruire reti solidali animate dal riconoscimento dei diritti per tutti i migranti del mondo.

Partendo da questo legame tra due Paesi così diversi, la discussione ha esplorato in modo più ampio i nodi critici dei fenomeni migratori da diversi punti di vista. José Jacques Medina, cofondatore del Movimento Migrante Mesoamericano, ha messo in luce alcune analogie tra la situazione messicana e quella italiana, nelle quali le autorità attuano (o hanno attuato) operazioni contraddittorie e discutibili negli spazi di frontiera. A queste politiche rispondono con voce sempre più forte i movimenti sociali, come la rete di madri unite nella ricerca dei figli scomparsi.

epg5711Rosa Nelly Santos, co-fondatrice della Caravana, definisce crimini autorizzati tutte le manovre di sequestro e sparizione attuate dal governo messicano – e dalle bande ad esso legate – ai danni dei migranti (e non solo dei migranti, come dimostrano tragicamente le cronache degli ultimi anni e degli ultimi mesi). Dalle parole di Medina e Santos emergono tutte le contraddizioni di un Paese vittima della sua stessa organizzazione.

Hermana Leticia Gutierrez, direttrice dell’associazione SMR Scalabrinianas – Mision para Migrantes y Refugiados, invita a riflettere sulla incapacità delle leggi di dare priorità ai temi urgenti dei diritti umani e ritiene necessaria la ricollocazione della persona al centro di tutto: «La crisi di umanità del Messico è la crisi d’umanità del mondo intero».

Non solo Messico

Madres_Mexico_3Oltre alla specificità della situazione messicana, gli interventi hanno toccato temi più generali, globali, per i loro intrecci economici e ambientali. Elena Camino, presidente dell’associazione di volontariato “Gruppo ASSEFA Torino”, utilizza il concetto di violenza lenta per individuare quelle situazioni legate ai modelli di sviluppo dove certe popolazioni (ad esempio villaggi in India) vengono private dei terreni da sempre destinati all’agricoltura, a vantaggio di industrie e multinazionali. Si profilano così le cause strutturali delle migrazioni, caratterizzate anche da trasformazioni ambientali. Queste operazioni di accaparramento, analizzate da Roberto Sensi, sono note come fenomeno del land grabbing, cioè l’appropriazione illegale di terreni a discapito di altri.

Occorre evitare il grave errore di pensare al mondo come il “nostro” o il “loro”, questo è il suggerimento dell’antropologa Rita Laura Segato, che sottolinea: «Noi siamo, più di tutto, soprattutto, un’umanità di rifugiati, di migranti». Nel suo intervento, Segato ha approfondito il tema della pedagogia della crudeltà, cioè della spettacolarizzazione della violenza nel suo divenire forma di controllo.

Per approfondire

Materiali_convegnoTutti i materiali del seminario “Italia Messico”

“Messico: un Paese senza giustizia” (una scheda di Amnesty International sul Paese, novembre 2014)

La Caravana de madres de migrantes desaparecidos (in spagnolo)

La conclusione della “Carovana italiana per i diritti dei migranti, la dignità e la giustizia” (dicembre 2014)

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