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La Circolare del Dipartimento Immigrazione del 4 maggio 2015: “Un’accoglienza diffusa, provincia per provincia”

L’accoglienza? Deve essere equilibrata su tutto il territorio, provincia per provincia, e ognuna dovrà trovare 80 nuovi posti d’accoglienza. I Tavoli regionali? Non sono luoghi “per chiedere strutture”, ma per governare un fenomeno… I punti fermi della Circolare ai prefetti del capo Dipartimento Libertà civili e immigrazione (4 maggio).

 

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Foto Socialelazio.it (2015).

«Un’equilibrata distribuzione sul territorio nazionale delle persone che arrivano, individuando le soluzioni migliori per attenuare l’impatto sociale dell’accoglienza e precostituendo percorsi costruttivi e di coesione sociale…».

Un’equilibrata distribuzione: ne ricorda la necessità la Circolare sull'”emergenza sbarchi” diramata il 4 maggio dal capo del Dipartimento Libertà civili e immigrazione Morcone ai prefetti, ai commissari del Governo nelle Province autonome di Trento e Bolzano e al presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta. La Circolare riporta, a questo proposito, quanto emerso dalla riunione del Tavolo nazionale del 22 aprile, in seguito al disastro della notte fra il 18 e il 19.

Dato lo «straordinario afflusso sulle nostre coste» di migranti, come si legge nella Circolare, ogni Provincia del Paese tranne quelle siciliane è chiamata a individuare con urgenza e a mettere a disposizione 80 nuovi posti per l’accoglienza.

Durante la riunione del 22 aprile, inoltre, «sia i rappresentanti dei Comuni che quelli delle Regioni, come pure il sottosegretario (agli Interni, presidente dell’incontro, ndr), hanno posto in luce l’importanza e l’incisività del ruolo dei Tavoli regionali, che non possono limitarsi a una sintetica richiesta di strutture di accoglienza ma devono costruire un ruolo di governance del fenomeno in ambito regionale».

“Ma noi abbiamo già dato… con 62 migranti”

Per la cronaca: gli “80 nuovi posti” previsti dalla Circolare sono stati verbalmente “rifiutati” in questi giorni dai presidenti del Veneto Luca Zaia e della Valle d’Aosta Augusto Rollandin. A oggi quest’ultima regione, che si contende con la Provincia autonoma di Bolzano il primato dell’area più ricca d’Italia, ospita appena 62 “profughi”, uno ogni 2.074 abitanti: l’incidenza più bassa nel Paese.

Secondo dati del Viminale aggiornati al 20 aprile e diffusi dalla stampa, le regioni a maggiore incidenza di “profughi” nelle varie accoglienze sono quasi tutte al Sud: prima fra tutte il Molise (un accolto ogni 261 abitanti), seguito dalla Sicilia (uno ogni 348), dalla Calabria (uno ogni 440), dalla Basilicata (uno ogni 599), dal Lazio (uno ogni 686) e dalla Puglia (uno ogni 712). Al Nord la Lombardia ne accoglie appena uno su 1.605 abitanti, il Veneto uno su 1.805, l’Emilia-Romagna uno su 1.140, il Piemonte uno su 1.051.

Allegato

La Circolare del Dipartimento Libertà civili e immigrazione del 4 maggio 2015 (file .pdf)

Collegamento

Gli ultimi sviluppi: il vertice del 7 maggio fra il ministero dell’Interno, le Regioni e i Comuni

 

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