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Migrantes: aprire le porte delle nostre città

Anche le comunità cristiane stanno facendo e faranno ancora la loro parte nell’accoglienza di richiedenti asilo che stanno arrivando sul territorio italiano, ma certamente insieme allo Stato e agli enti locali. E’ un messaggio di apertura e accoglienza quello di Mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes.“I disagi dei numerosi sbarchi, l’arrivo nelle principali città italiane di gruppi di richiedenti asilo non possono indebolire l’impegno di accoglienza, ma debbono rafforzare la capacità di progettazione e di accompagnamento di un cammino di persone e famiglie migranti che nasce da situazioni drammatiche. A tale proposito, diventa fondamentale una distribuzione sul territorio nazionale delle persone e famiglie di richiedenti asilo , che investa le Regioni, i Comuni e in esse le nostre comunità cristiane. E’ impensabile che un paese di 60 milioni di abitanti non riesca a gestire l’arrivo di 35.000 persone, quando sa accogliere 30 milioni di turisti in un anno, e che si chiudano anziché si aprano le porte delle città”. E’ un passaggio dell’intervento del Direttore generale della Fondazione Migrantes alla Consulta nazionale delle Migrazioni, l’organismo della Migrantes che vede la presenza di tutti i direttori regionali e delle realtà dell’USMI, del CISM e dell’associazionismo cattolico impegnato nel mondo delle migrazioni, che ha tenuto il suo incontro a Roma, alla Domus Pacis.

“Le migrazioni forzate sono un segno di una parte del mondo che soffre, ha fame, ha sete, è perseguitata, muore per le 23 guerre in atto e chiede l’impegno all’Italia e all’Europa di investire in cooperazione internazionale – continua Mons. Perego -, ma al tempo stesso di accompagnare la mobilità, anziché richiudere i confini: è un impegno di pace e di giustizia. In questo senso, l’operazione Mare nostrum risulta essere una straordinaria operazione di pace con navi militari che va rafforzata e diventare una buona prassi europea nel modo di presidiare i confini, facendoli diventare strade, corridoi umanitari in tutta Europa, anche in altre zone di confini di terra e di mare”.

Fonte: www.migrantesonline.it

 

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IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

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