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Il piano di ripartizione e la reazione del territorio torinese

A dicembre 2016 il Ministero degli Interni ha approvato e diffuso il Piano Nazionale di Ripartizione. Il documento stabilisce un sistema di quote equilibrato dove ciascun comune italiano è coinvolto. La prefettura di Torino ha già presentato un “Accordo quadro” per programmare la ripartizione ma alcuni sindaci tentano (ancora) di frenare i piani del Viminale e della Prefettura.

Migranti provenienti dall’Africa subsahariana dopo essere stati soccorsi dalla guardia costiera a Salerno, il 2 agosto 2016. (Ivan Romano, Pacific Press/LightRocket/Getty Images)

La premessa del Piano Nazionale parla chiaro, garantendo “una ripartizione “equilibrata” dei posti per l’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati sia per i livelli regionale e provinciale  che per quello comunale”. Secondo il Piano ai comuni fino a 2.000 abitanti sarà assegnato un numero fisso e limitato di 6 persone, per i comuni più grandi il numero sarà variabile e dipenderà anche dalle quote di accesso al Fondo Nazionale Politiche Sociali, mentre per i 14 comuni capoluoghi e sedi di area metropolitana si torna a un numero fisso calcolato sulla proporzione 2 persone ogni 1.000 abitanti.

A partire da queste indicazioni la Prefettura di Torino ha stilato nel gennaio scorso un “Accordo quadro” e cioè un bando, riservato a pubbliche amministrazioni, consorzi e cooperative, che dal prossimo aprile dovranno essere in grado di accogliere cinquemila profughi. L’Accordo è stato corredato anche da una lista dei comuni interessati; ognuno collegato al numero dei richiedenti asilo e rifugiati di cui si dovranno far carico.

La lista ha ovviamente scatenato le proteste di alcuni sindaci, per lo più laddove si trovi in municipio un’amministrazione di destra. La redistribuzione ancora una volta sembra non decollare, non essendo finora stata obbligatoria, molti comuni non vogliono cedere e pongono diversi ostacoli, soprattutto di natura politica, tanto che 902 comuni piemontesi sui 1.201 totali non ha mai avuto un progetto di accoglienza sul territorio. E la situazione piemontese è applicabile a tutto il territorio nazionale…

Intanto il Servizio Centrale organizza dei webinar informativi (letteralmente seminario via web) sull’accesso alla rete SPRAR e sul Piano nazionale di ripartizione richiedenti asilo e rifugiati. Il prossimo sarà il 21 febbario 2017 dalle ore 10.30 alle 12.00. Per maggiori informazioni consulta la pagina http://www.sprar.it/news-eventi/tutte-le-istruzioni-per-registrarsi-e-partecipare-al-webinar

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http://www.lastampa.it/2017/02/01/cronaca/il-modello-torino-migranti-anche-nei-piccoli-paesi-col-bando-della-prefettura-WsWeqbrncrS6g5AVQOOjMK/pagina.html

500 euro a migrante accolto senza distinzione fra cas e sprar

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