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Resettlement 3/ Quando una città dice “sì”

La società civile e il “reinsediamento”: dalla campagna “Resettlement saves lives”, che ha per obiettivo, entro il 2020, un’Europa capace di accogliere ogni anno 20.000 rifugiati resettled, alla giornata “A city says yes” del prossimo 8 maggio sul ruolo delle comunità locali, a Bruxelles.

L'immagine-manifesto della campagna "Resettlement saves lives".

Resettlement: non solo una questione di Stati e d’Unione. Il tema, certo, non è tra quelli che fanno più presa sull’opinione pubblica, e però non è stato lasciato alla buona volontà dei governi nazionali e delle istituzioni dell’Ue.

Per sensibilizzare sul reinsediamento i territori dell’Unione, che ogni anno non riescono ad accogliere in totale più di 5.500 rifugiati provenienti da Paesi di prima accoglienza con scarse risorse, nel 2012 è partita la campagna europea “Resettlement saves lives”. L’iniziativa è stata lanciata da sei organizzazioni attive nel campo del diritto d’asilo (Amnesty International, il Ccme-Churches Commission for Migrants in Europe, l’Ecre-European Council on refugees and exiles, l’Icmc-International Catholic Migration Commission, la Iom-International Organization for Migration e Save me, la rete tedesca di iniziative locali per il resettlement) e si è data l’obiettivo di «lavorare insieme, per far sì che entro il 2020 l’Europa possa offrire sicurezza e una nuova vita a 20.000 rifugiati ogni anno». Due le direzioni di marcia indicate: l’aumento dei posti d’accoglienza, ovviamente, ma anche un’accoglienza e un supporto per l’integrazione «di alta qualità».

I promotori di “Resettlement saves lives” ricordano che ormai gli strumenti per lavorare dignitosamente ci sono: «Con il nuovo “Programma congiunto per il reinsediamento” l’Europa ha riconfermato i suoi impegni in questo campo. La Commissione europea offre ai Paesi membri maggiori incentivi economici perché vengano realizzati nuovi posti, in una prospettiva di condivisione e di risposte globali alla situazione dei rifugiati nel mondo». L’adesione alla campagna è aperta anche ai singoli.

Buone pratiche: appuntamento l’8 maggio

Foto: campagna "Save me", Monaco di Baviera.

Un’altra iniziativa, della durata di appena mezza giornata ma significativa, si svolgerà il prossimo 8 maggio a Bruxelles: si tratta dell’incontro “A city says yes“, una città dice di sì, dedicato all’accoglienza dei rifugiati resettled in in Europa.  Organizzato nell’ambito del progetto Share, l’evento è promosso da Icmc Europe in collaborazione con il Comitato delle Regioni (l’assemblea Ue dei rapprsentanti regionali e locali). Al centro del programma il ruolo delle istituzioni locali e della società civile nel promuovere supporto al resettlement fra i cittadini e nell’influenzare le politiche di integrazione a livello nazionale ed europeo. Durante i lavori sarà presentata la pubblicazione Save Me: A City Says Yes, che «raccoglie gli strumenti e gli approcci adottati con successo dalla campagna tedesca “Save me”».

Collegamento

Il Programma congiunto di reinsediamento dell’Ue (comunicato del Parlamento europeo, marzo 2012, in inglese)

Leggi anche su Vie di fuga

Resettlement 1/ L’Europa prova a crescere

Resettlement 2/ Quale integrazione nel reinsediamento “all’europea”?

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