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Ricorsi ai dinieghi: quanto costa ai richiedenti se non possono fare ricorso al gratuito patrocinio?

La legge è uguale per tutti

Il costo di un ricorso a un diniego dipende da vari fattori: la complessità delle questioni trattate, il numero di udienze, la necessità di svolgere attività istruttoria, l’eventuale nomina di ausiliari come l’interprete e di consulenti tecnici. Risulta quindi difficile stabilire i costi in via generale. In questa sede ci limiteremo a tracciare delle possibili strade.

Se non ci sono particolari esigenze istruttorie, il procedimento si risolve in un’unica udienza, con l’interrogatorio del ricorrente (che si svolge quasi sempre con l’ausilio di un interprete). Ci sono però altri fattori che possono fare aumentare i costi, quali la necessità di rispondere per iscritto alle deduzioni di controparte o di rappresentare al giudice elementi o prove sopravvenuti.

Il compenso per un procedimento come quelli descritti sopra potrebbe essere di circa 800 € a cui si deve aggiungere l’IVA e la CPA (cassa di previdenza degli avvocati che è pari al 2% della parcella). Fino a luglio 2011 la presentazione del ricorso comportava il pagamento di 85 € (77 di contributo e 8 di imposta di bollo), mentre oggi il contributo unificato è di € 225 (cui si aggiunge l’imposta di 8 € per un totale di 233). 

Un ricorso come descritto sopra, compreso contributi e imposta di bollo, costerebbe a un richiedente (qualora non riuscisse a ottenere il gratuito patrocinio) poco più di 1.000 €. Cifra impossibile da sostenere per la maggiorparte dei richiedenti a causa del divieto di svolgere attività lavorativa nei primi sei mesi della domanda e della successiva difficoltà di trovare un posto nel mercato del lavoro. Normalmente in caso di necessità si innescano situazioni di prestito da parte della comunità di appartenenza che però possono trasformarsi in nuovi e gravosi debiti. 

Le tabelle della tariffe professionali si possono scaricare dai siti che riportano i tariffari forensi. Per l’impugnazione del diniego di protezione bisogna fare riferimento alle tabelle A.II (onorari per cause davanti al tribunale ecc.) e B.I (diritti per processi di cognizione e procedimenti specialli e camerali ecc.), applicando le tariffe per i procedimenti di valore indeterminato. Alla somma di diritti e onorari ottenuta occorre aggiungere il 12,5% per spese generali, il 20% di IVA ed il 4% di contributo previdenziale, oltre al rimborso di eventuali altre spese sostenute. 

si ringrazia per le informazioni trattate in questo articolo l’avvocato Daniela Di Rosa. 

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IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

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