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Archivio Tag: Conflitti e guerre

Rifugiati siriani. Resettlement cercasi

La situazione dei profughi siriani appare particolarmente disastrosa. Ad oggi sono quasi 1,8 milioni i profughi siriani che vivono nei paesi confinanti con la Siria, tra Libano, Giordania, Turchia e Iraq. António Guterres, alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, l’ha definita la più grave crisi umanitaria che il mondo abbia conosciuto dal genocidio ruandese.

Siria: la generazione della guerra

L’organizzazione non governativa Save the children pubblica il rapporto Childhood under fire e denuncia la gravissima situazione dei bambini in Siria dopo due anni dall’inizio della guerra civile: in estrema (e crudele) sintesi due milioni di loro soffrono per traumi, malnutrizione e malattia.

Altro mare, stessa morte. La tragica vicenda dei Rohingya

L’alto Commissariato per i rifugiati ha lanciato un appello per denunciare l’aumento delle morti di persone – in fuga dal proprio paese – nell’Oceano Indiano. Nel 2012 vi sarebbero morte almeno 500 persone; cifre che rendeno un altro mare, lontano ma speculare al nostro Mediterraneo, tomba silenziosa di chi fugge per salvarsi la vita.

Il “problema Mali”

Il Mali da quasi un anno vive una situazione di instabilità interna, sviluppatasi, nel nord del Paese, a seguito di un colpo di stato (marzo 2012) e di una successiva offensiva dei gruppi tuareg e islamisti nel dicembre 2012, arrivati a minacciare la capitale Bamako. Il 10 gennaio 2013 il presidente francese François Hollande ha dato il via all’Opération Serval, un’operazione di aiuto militare e logistico alle forze del governo maliano.

Rifugiati siriani in Libano, una conferenza a Beirut

Il Libano sta affrontando da 20 mesi l’arrivo di un flusso regolare di profughi siriani. Il numero dei siriani registrati dall’UNHCR sul territorio libanese è arrivato a 170.000. Fra il 18 e il 20 gennaio 2013 si terrà a Beruit la prima conferenza su questo tema, dal titolo eloquente “First Conference on Syrian Refugees in Lebanon: Issues and Solutions”.

I don’t speak very good, I dance better

di Silvia Ponzio I don’t speak very good, I dance better di Maged El Mahedy – Documentario – Egitto/Italia 2012 – 80’ Maged El Mahdi, già vincitore della settima edizione del Premio giornalistico internazionale “Gino Votano” per il miglior documentario 2009, si presenta alla 30a edizione del Torino Film Festival con un documentario degno della sua fama tanto da ricevere il Premio della Giuria di Italiana.Doc. Girato tra Roma e Il Cairo, il documentario inizia nel febbraio 2010. È un anno particolare per Maged: è la prima volta dopo decine di anni che nevica a Roma da quando è arrivato in Italia; è l’anno in cui riesce ad assistere allo spettacolo teatrale e musicale del suo idolo, il ballerino Mahmoud Reda (a cui si deve il titolo); è l’anno in cui riceve la telefonata di sua sorella che lo implora di tornare in Egitto perché loro fratello è malato e necessita di un trapianto di fegato ed è proprio qui che la vicenda familiare del regista si intreccia con le vicende di Piazza Tahir e con la scoperta dell’epidemia di epatite C che sta mettendo in ginocchio l’Egitto. Nel 2011, proprio mentre scoppia la rivoluzione, Maged si trova a Il Cairo, in un appartamento che si affaccia sulla piazza. Con una telecamera modesta inizia a registrare e a documentare tutto ciò vive e, senza cadere in uno stile documentario banale, lo spettatore è catapultato negli eventi. La telecamera di Maged si trasforma nei nostri occhi e iniziamo a osservare tutto ciò

Isqat al Nizam Ai confini del regime

Isqat al Nizam – Ai confini del regime – di Antonio Martino – Documentario – Italia 2012 – 74′ Al 30° Torino Film Festival è stato presentato nella sezione Documenti (sottosezione del TFFDoc) il lavoro, duro e toccante, di Antonio Martino, sull’inizio della cosiddetta Primavera siriana: Isqat al Nizam. Il documentario racconta attraverso la combinazione di immagini registrate da centinaia di cellulari e interviste video di alcuni profughi siriani rifugiati in Turchia i primi mesi di scontri fra la popolazione civile siriana e l’esercito regolare di Asaad. Attraverso questo documentario si entra nell’orrore della guerra civile siriana, fra i suoi morti, fra la gente che fugge, fra la gente che resta che si chiede perché si debba sopportare tanto dolore a causa di un uomo che tutti considerano un dittatore. La scelta di riprodurre i filmati registrati dai telefonini è molto forte; lo spettatore è seduto di fronte alla spettacolarizzazione della morte (resa prodotto cinematografico) e non vi è nessun filtro a cui ci si può appellare per credere che non sia vero, che si tratta della solita finzione filmica. Schiene e teste pestate da calci, canne di armi e bastoni, ragazzi non ancora ventenni uccisi negli scontri in piazza, stesi in fila nelle corti delle case, onorati come martiri e pianti come figli, scene di manifestazioni pacifiche contro il governo finite con massacri.   I filmati raccolti e montati nel documentario Isqat al Nizam sono le preziose testimonianze di chi voleva raccontare al mondo ciò che la Siria stava

Could this be the way?

Serena Mancini è una volontaria che ha recentemente trascorso un periodo presso un villaggio palestinese, uno di quei luoghi di conflitto più o meno esplicito dai quali spesso in tanti scelgono di scappare per chiedere rifugio e protezione. La sua esperienza invece ci racconta della realtà di quanti restano e provano ostinanatamente a percorrere strade nonviolente per affrontare quotidianamente una realtà davvero difficile.

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

“Alcune volte è una fuga, altre una scelta, sempre contiene una speranza e una promessa. La strada di chi lascia la sua terra”. Una graphic novel che racconta alle nuove generazioni le storie, le persone e le ragioni delle migrazioni.

La vignetta

by Mauro Biani – Repubblica
maurobiani.it

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

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