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Archivio Tag: Conflitti e guerre

Nasce “Sconfinati”, free press di rifugiati e richiedenti asilo

Nasce SCONFINATI, una free press che vuole accendere una luce sul mondo dei richiedenti asilo e dei rifugiati a partire dal racconto e dal punto di vista delle persone che sono fuggite dal proprio Paese. Viedifuga ospita le uscite di questo nuovo giornale. Basta cliccare sul logo di Sconfinati per leggerlo…  Dall’editoriale del numero “o”: Questa Free Press aperiodica, nasce all’interno delle azioni previste dal progetto NON SOLO ASILO 3, progetto co-finanziato dall’Unione Europea e dal Ministero degli Interni, Fondo Europeo Rifugiati 2008-2013 a Torino. L’idea è quella di provare a creare un “laboratorio” di persone con lo status di “Rifugiato” o ancora “Richiedenti Asilo” interessate a lavorare insieme alla costruzione di uno strumento di comunicazione che dia voce a chi, per vari motivi, è costretto ad abbandonare il proprio Paese per approdare tra mille difficoltà in Italia. Pensiamo ad un giornale rivolto sia ai Rifugiati che agli Italiani, in cui pubblicare articoli scritti e pensati direttamente da chi, in prima persona, vive questa condizione. Crediamo che sia importante che esista un giornale su cui altri Rifugiati possano trovare le informazioni necessarie a orientarsi nella città che li ospita, dove possano leggere i percorsi d’inclusione che altri prima di loro hanno affrontato, ma riteniamo altrettanto importante che gli “Italiani” possano comprendere che cosa succede nei Paesi da cui si scappa, cosa significa affrontare un viaggio così lungo e pericoloso, quali sono le difficoltà e i problemi che quotidianamente chi chiede asilo nel nostro Paese deve affrontare. La sfida di questo

In fuga dal conflitto del Kivu

Dal 29 aprile 2012 un ingente numero di persone sta fuggendo dal Kivu (Repubblica Democratica del Congo) per tentare di raggiungere il Ruanda. L’ennesima crisi umanitaria è scoppiata nella regione più tormentata del Paese senza lasciare traccia sui media. 

Tavolo Asilo: un appello per disinnescare l’ “emergenza 2011” (ed evitare l’ “emergenza 2012”)

“Una più ampia attuazione delle norme di protezione umanitaria e un decreto di protezione temporanea”. Lo chiede il Tavolo Asilo al governo Monti in un appello  favore dei 28.000 profughi che nel 2011 sono fuggiti dalla Libia cercando sicurezza in Italia.

Three and a half

 Three and an half – di Naghi Nemati – Drammatico – Iran 2011 – 80′ Hanieh, Homa e Banafsheh sono tre detenute in un carcere iraniano che, ottenuto un permesso di libera uscita, decidono di scappare dal Paese per ricominciare all’estero una nuova vita. La fuga deve essere organizzata illegalmente e le tre donne si devono accordare con un trafficante per riuscire a fuggire dal Paese. L’uomo le tradisce e tutti i piani cambiano, così come cambiano le prospettive di conoscenza fra le donne stesse che si trovano a vivere l’attesa estenuante di un futuro incerto diviso fra la prigionia, la malattia e la libertà. Il regista è Naghi Nemati, iraniano, classe 1977, artista poliedrico approdato ai lungometraggi nel 2007 con Those three. Nemati con il film Three and a half ha voluto seguire il destino di tre ragazze iraniane che rischiano la propria esistenza per migliorare le loro condizioni di vita. Vi è un’attenta descrizione delle sofferenze e delle difficoltà che le tre protagoniste sono costrette ad affrontare e che subiscono in nome di sogni e speranze. Il film ha una narrazione frammentata in cui vi è un andare avanti e indietro nel tempo che solo alla fine si risolverà in un quadro completo (anche se alcune cose si possono presagire prima della fine). Il sistema di flashforward appare come una nuova presa di posizione del regista nei confronti della classicità del cinema iraniano, così anche lo stile secco e crudo, senza concessioni a formalismi, che ritrae delle protagoniste

Riconfermato il “trattato di amicizia” fra Italia e Libia

  Il 15 dicembre 2011 Mario Monti, primo ministro del governo italiano, ha ricevuto il suo primo capo di Stato straniero: Mustafa Abdel Jalil, presidente del Consiglio nazionale transitorio libico. Italia e Libia hanno infatti deciso di riattivare il “Trattato di amicizia” firmato nel 2008 a Bengasi e sospeso durante il conflitto che ha messo fine al regime di Muammar Gheddafi. Secondo la rassegna stampa del sito del Governo italiano l’incontro fra i due capi di Stato ha un valore simbolico forte perché «conferma che tra Roma e Tripoli esiste un rapporto privilegiato che non passa con i governi e che, anzi, tutti i governi dell’uno e dell’altro Paese hanno interesse a rinsaldare» Monti ha comunicato che, in accordo con Jalil, si è deciso di riattivare il “Trattato di amicizia” perché rientra totalmente nell’interesse dei due Paesi. L’accordo, su cui il Cnt avrebbe espresso nei giorni prima dell’incontro perplessità per alcuni punti, garantisce la cooperazione nella lotta contro l’immigrazione clandestina, assicurando maggiori controlli lungo le coste libiche, e una serie di investimenti italiani in Libia. Prevede anche un risarcimento economico alla Libia per l’epoca coloniale pari a 4 miliardi di euro in 25 anni, in cambio di un’attenzione alle aziende italiane nelle commesse pubbliche.

Emigrati in fuga: i “danni collaterali” della guerra di Libia

La recente guerra civile ha prodotto 779.000 profughi che hanno attraversato le frontiere del Paese. Un carico sociale sopportato in gran parte dai Paesi immediatamente confinanti, e in crescita almeno sino alla fine di novembre.

Le nuove frontiere dell’esclusione

  La città di Tunisi ha ospitato un meeting internazionale dal titolo esplicativo: «Ripensare le migrazioni: per una libera circolazione nello spazio mediterraneo». Un incontro che si è proposto di inaugurare un laboratorio teorico e politico sulla libertà di movimento e sul superamento delle frontiere. Un laboratorio più che mai utile in un momento di negazione della mobilità umana. 

Tunisini: dopo l’accoglienza, la clandestinità

  Il 14 gennaio 2011 in Tunisia viene dichiarato lo stato di emergenza, il Presidente Zine El Abidine Ben Ali perde il potere effettivo ed è costretto a scappare in Arabia Saudita. Negli stessi giorni incominciano gli sbarchi sulle coste dell’isola di Lampedusa di migliaia di cittadini tunisini. Ma a che titolo queste persone possono stare in Italia?

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

“Alcune volte è una fuga, altre una scelta, sempre contiene una speranza e una promessa. La strada di chi lascia la sua terra”. Una graphic novel che racconta alle nuove generazioni le storie, le persone e le ragioni delle migrazioni.

La vignetta

by Mauro Biani – Repubblica
maurobiani.it

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

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