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Archivio Tag: diritti

Una brutta storia messinese

Si è chiusa, almeno per il momento, la triste vicenda della tendopoli del Palanebiolo di Messina. Si tratta di una struttura sportiva dell’Università messa a disposizione in ottobre per l’accoglienza dei profughi in un momento di emergenza, quando si è verificato il terribile naufragio di Lampedusa. Da subito la struttura risulta inadeguata: 180 persone ospitate in palestra, servizi igienici insufficienti, casi di scabbia, patologie non trattate adeguatamente.

Nasce il primo garante dei rifugiati in Italia

La Regione Lazio ottiene un importante primato nella difesa dei diritti dei rifugiati. La giunta regionale ha, infatti, approvato l’istituzione del primo garante dei rifugiati in Italia. Ad annunciarlo è il presidente della Regione, Nicola Zingaretti.

Buon vicinato, cattiva trasparenza

L’Italia ha sottoscritto con Libia, Tunisia, Algeria ed Egitto 22 fra trattati, accordi, protocolli, addendum a protocolli, memorandum, “scambi di note” e “processi verbali” per la riammissione di migranti e la cooperazione di polizia. Ma di otto di questi documenti le nostre autorità non hanno reso pubblico il contenuto. Secondo un recente rapporto di ricerca sul “Diritto alla protezione” nel nostro Paese, questi accordi bilaterali «spesso assumono la forma di intese a carattere tecnico, sottratte a ogni controllo parlamentare, e non sempre sono pubblici, comportando un’importante mancanza di trasparenza».

Residenza: i comuni si parlino

Mesi e mesi di manifestazioni, occupazioni pacifiche e simboliche dell’anagrafe, raccolte firme, colloqui con assessori e politici: i rifugiati di Torino non si sono persi d’animo per ottenere il certificato di residenza anche nel caso non si trovino presso un domicilio fisso o vivano in uno stabile occupato come accade nell’area dell’ex Villaggio olimpico.

Raccomandazioni elvetiche: “Non in Italia!”

L’Operazione “Mare Nostrum” è partita: navi, elicotteri e mezzi di ogni tipo per soccorrere i naufraghi del mare, per impedire altre tragedie come quelli recenti attorno a Lampedusa. “Sarà un’operazione militare ed umanitaria e prevede il rafforzamento del dispositivo di sorveglianza e soccorso in alto mare per incrementare il livello sicurezza delle vite umane”, ha spiegato il ministro della Difesa, Mario Mauro. Ma se in alto mare i migranti o possibili rifugiati politici staranno più al sicuro non altrettanto si può dire per quello che li aspetta una volta sbarcati.

Il Refugee Protest Camp di Vienna

La lotta per i diritti dei rifugiati non conosce confini. A dimostrarlo è la velocità con cui si espandono le proteste in tutta Europa a sostegno dei richiedenti asilo. Uno degli esempi più eclatanti di questa nuova ondata di manifestazioni è senza dubbio il Refugee Protest Camp di Vienna. Attraverso questa iniziativa vengono contestate la gestione attuale dei confini e le politiche di immigrazione europee che, se pur molto diverse da Sato a Stato, hanno quasi tutte in comune una cattiva organizzazione di fondo che poco tiene conto delle difficoltà e dei bisogni dei richiedenti asilo. Le origini Il movimento austriaco ha inizio il 24 novembre 2012, quando un gruppo consistente di richiedenti asilo organizza una marcia di protesta con partenza dall’isolato campo governativo in cui vengono accolti i rifugiati fino al centro di Vienna, dove allestiscono il loro campo, nel Sigmund Freud Park. Chiedono che venga rispettato il loro diritto di lavorare, di studiare, di rimanere in Austria per ricostruirsi un futuro e che venga garantito loro un supporto legale efficiente. Il campo è autofinanziato e si basa sul principio di democrazia partecipativa, solidarietà ed aiuto reciproco. Il giorno di Natale la svolta. Gli occupanti del campo decidono di indire uno sciopero della fame per ottenere maggior visibilità e risposte più concrete dagli enti governativi. Data significativa è quella del 25 dicembre, giorno in cui Giuseppe e Maria, nella tradizione cristiana, chiedono e ottengono rifugio a Betlemme. Questo gesto disperato, però, non ottiene nessuno degli effetti sperati. I governanti

“Stati generali”: “I diritti delle persone non si mettono in appalto!”

Ieri a Torino gli “Stati generali sull’asilo” del Movimento migranti e rifugiati. Casa, residenza e libertà di movimento i temi al centro del dibattito, in vista dell’assemblea nazionale del 7 luglio.

Favorire l’uscita

Cinquecento euro, un permesso di soggiorno per protezione umanitaria, un documento che serva da passaporto (“titolo di viaggio”) e un bell’ “in bocca al lupo” con la speranza di non rivederci mai più. Finisce così l’ “Emergenza nordafrica” che aveva portato in Italia circa 50.000 persone in fuga dal nord Africa nel pieno della crisi sociale e politica di quella parte del continente.

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

“Alcune volte è una fuga, altre una scelta, sempre contiene una speranza e una promessa. La strada di chi lascia la sua terra”. Una graphic novel che racconta alle nuove generazioni le storie, le persone e le ragioni delle migrazioni.

La vignetta

by Mauro Biani – Repubblica
maurobiani.it

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

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