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Archivio Tag: “emergenza Nordafrica”

Case occupate a Torino: un tetto, per cominciare…

Testimonianze e incontri in due case occupate da rifugiati a Torino: quella “storica” di via Paganini angolo via Bologna, dove vive una comunità di 40 persone, perlopiù sudanesi,  e quella più recente di via Madonna della Salette, con 70 abitanti, occupata a gennaio soprattutto da rifugiati che avevano già cercato un tetto nelle palazzine dell’ex Moi del Lingotto.

Samperè! Venisse il fulmine

Sanperè! Venisse il fulmine – di Francesca Frigo – Documentario – Italia 2013 Un anno in uno dei centri di accoglienza nati nel 2011, l’anno dell’emergenza Nord Africa. Un anno negli spazi, dentro e fuori, del centro strutturatosi nella cittadina di Caramagna (Piemonte). Ospiti del centro alcuni africani, provenienti dalla Libia in guerra, attesa di ricevere quel permesso di soggiorno di cui si ha bisogno per vivere nella legalità dell’Europa. Sanperè! Venisse il fulmine è un lungo dialogo aperto, senza intromissioni esterne – la documentarista non interviene, rimandendo fisicamente vicino,  con la telecamera, agli ospiti del centro di Caramagna ma non invadendo mai con la sua presenza. Il documentario ruota intorno ai discorsi, alle confidenze, alle chiacchiere quotidiane di uomini che non erano amici e che si trovano a condividere uno spazio e un mondo sconosciuto. Gli spettatori ascoltano così i discorsi di giovani migrati in attesa di regolarizzazione che provano a interpretare, giudicare, classificare la realtà italiana e la loro situazione personale di uomini. Parlano di varie tematiche: le ragazze, le differenze culturali, il lavoro, il futuro, il razzismo, la politica ed anche le loro storie di vita. Questo inizia a mostrare quanto ci sia da raccontare oltre alle storie di viaggio della speranza, dolori e miserie dei profughi dell”Emergenza Nord Africa”. Le parole viaggiano tra un discorso e l’altro ed inevitabilmente si arriva ai viaggi che gli ospiti del centro hanno dovuto affrontare, prima e dopo che la guerra scoppiasse in Libia. Le ragioni per cui sono scappati

La prima neve

La prima neve – di Andrea Segre – Drammatico – Italia 2013 La Prima neve è l’ultimo lungometraggio di Andrea Segre, autore di Come un uomo sulla terra e Io sono Li. Presentato al Festival di Venezia nel concorso Orizzonte è ora presente nelle sale. Il film racconta l’incontro di un padre, di origine africana, che non riesce a essere padre, con un figlio, italiano, che non può più essere figlio perché il padre è da poco mancato.

“S/confinati” a Torino: nel n. 3 si parla del Moi. E dell’Olanda…

Ritorna la free press “S/confinati”, il giornale «a-periodico» scritto in prima persona da rifugiati e richiedenti asilo che vivono a Torino e provincia. Dopo i primi due numeri usciti nel 2012 viene ora pubblicato un «numero dedicato alla fine dell’Emergenza Nord Africa e alle conseguenze dirette ed indirette che questa decisione ha fino ad ora provocato».  Anche quest’anno il sito di “Vie di fuga” ospita le uscite della rivista. Per il momento è disponibile la versione italiana. A breve seguiranno quella inglese e quella francese. Non ci resta che… (dall’editoriale del n. 3 – maggio 2013) Negli articoli e nelle interviste che pubblichiamo si parla di come i rifugiati siano stati allontanati dalle strutture che li accoglievano, a volte in modo pacifico, altre con momenti di tensione e con l’intervento delle forze dell’ordine, della frustrazione di trovarsi con 500 euro in una mano e con una valigia nell’altra, senza sapere cosa fare e senza un posto dove andare a dormire. Vedremo poi come, in mancanza di alternative, il 30 marzo alcune centinaia di rifugiati abbiano occupato tre palazzine rimaste invendute del villaggio olimpico “Ex Moi” di via Giordano Bruno, rispondendo così a un bisogno che né il Governo italiano né l’amministrazione locale hanno saputo/potuto soddisfare. Infine nell’ultimo articolo troverete un’interessante intervista a un rifugiato che in base alla sua esperienza diretta mette a confronto il sistema di protezione italiano con quello olandese. La redazione di S/confinati Della redazione di S/confinati fanno parte: BASHIR M. HERSI (Somalia), MARIALE COLETTE (Camerun), SAJJAD

Villaggio olimpico okkupato

L’ “emergenza Nordafrica” a Torino si è chiusa e, come era facile prevedere, è arrivata la prima occupazione. Circa 450 persone, per lo più titolari di un permesso di protezione umanitaria valido un anno e uscite dal circuito di accoglienza emergenziale messo in piedi dalla Protezione civile, sono entrate in tre palazzine vuote del Villaggio olimpico di Via Giordano Bruno, trasferendosi con bagagli, materassi ed effetti personali.

I No Tav con i rifugiati del Villaggio olimpico

“Ex Moi e No Tav uniti nella lotta”: recita così lo striscione esposto domenica 28 aprile nel cortile delle palazzine occupate dell’ex Villaggio olimpico a Torino. Sigle strane, cacofoniche, ma che dentro di sé sono piene di vite e storie. E se tutti sanno che cosa sia la Tav, Moi sta per Mercati Ortofrutticoli all’Ingrosso: era la destinazione di uso di questa porzione di Città, prima che venisse “riqualificata”, trasformata in Villaggio Olimpico per gli atleti di Torino 2006 e, oggi, per buona parte abbandonata a se stessa, in stato di abbandono. Dignità per i rifugiati, dignità per la valle E’ qui che hanno occupato tre palazzine vuote le 430 persone finite in strada dopo la fine della cosiddetta “Emergenza Africa”. In questa domenica di fine aprile i Comitati No Tav Val Sangone, Collina morenica e Torino portano il proprio sostegno, la propria solidarietà. E lo hanno fatto nel modo più semplice e diretto: organizzando un pranzo schietto e genuino: riso, sugo, fagioli, ceci, cipolle e toma della valle per chiudere con buonissime torte fatte in casa. Hanno partecipato anche abitanti del quartiere e simpatizzanti che hanno voluto passare insieme un momento di festa. Ma che cosa c’entra il movimento No Tav con i rifugiati politici, i richiedenti asilo, con i 430 dell’ex Moi? “Noi vogliamo – si legge nel volantino che spiega l’iniziativa – affermare la priorità della dignità di tutte le persone e la tutela dei loro diritti, mentre l’accumulazione della ricchezza nelle mani di pochi condanna la

La fabbrica di irregolari

E arrivò un altro decreto. Dopo la chiusura dell’“Emergenza Nord Africa”, con la coda di polemiche e critiche che si è portata dietro (https://viedifuga.org/?p=7666), compare sulla Gazzetta Ufficiale del 12 marzo un decreto “ad personas”, ovvero rivolto a tutte le persone che sono giunte in Italia tra il 1° gennaio e il 5 aprile 2011 in seguito ai fatti della “Primavera araba”. Il decreto prevede che, alla scadenza del 31 marzo, alle persone entrate in Italia tra gennaio ed aprile 2011, non verrà rinnovato il permesso di soggiorno temporaneo per motivi umanitari. Per loro restano così due sole possibilità: il rimpatrio assistito oppure la conversione del permesso “umanitario” in permesso di lavoro per motivi di lavoro, famiglia o studio. Dopo il 5 aprile 2011… Chi invece è entrato in Italia dopo il 5 aprile 2011 e non ha ottenuto il riconoscimento dello status di rifugiato politico, ha la ragionevole speranza che la sua posizione sia rivista e che gli sia riconosciuto il diritto a stare in Italia con un permesso di soggiorno per motivi umanitari. Ma da dove nasce la data limite del 5 aprile 2011? Tra gennaio e aprile di quell’anno entrarono in Italia circa 23.000 persone in fuga dalla Tunisia in rivolta. Il governo italiano di allora, che in un primo momento parve non farsi carico della questione dato che molte di queste persone erano dirette in Francia, fu costretto, anche per l’atteggiamento delle autorità francesi che chiusero il valico di Ventimiglia, a prendere delle iniziative. Ai tunisini

Non solo asilo sull'”Emergenza”: “Avremmo voluto sbagliarci”

Dura presa di posizione del Coordinamento Non solo asilo il giorno successivo alla conclusione ufficiale dell’accoglienza per le persone rimaste nel circuito della cosiddetta “emergenza 2011”.

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

“Alcune volte è una fuga, altre una scelta, sempre contiene una speranza e una promessa. La strada di chi lascia la sua terra”. Una graphic novel che racconta alle nuove generazioni le storie, le persone e le ragioni delle migrazioni.

La vignetta

by Mauro Biani – Repubblica
maurobiani.it

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

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