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Archivio Tag: Giustizia

Asgi: raccomandazioni per un’emergenza che non esiste

Emergenza: a ogni sbarco o arrivo di migranti sul territorio italiano questa parola risuona sui mezzi di comunicazione e nelle analisi politiche, ancora di più in questi giorni nei quali la campagna elettorale per le elezioni del Parlamento europeo sta entrando nel vivo. Affrontare il fenomeno delle persone in fuga dal proprio Paese sotto le lenti emergenziali rischia di essere un atteggiamento che non solo distorce la realtà, ma anche porta a una limitazione dei diritti umani.

“Porti insicuri”: dal rapporto al ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo

Sulla base del rapporto di Medu “Porti insicuri” sulle “riammissioni” dai porti italiani alla Grecia, i legali dell’Asgi hanno potuto presentare un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, denunciando numerose violazioni del diritto interno e comunitario.

La marcia di John Mpaliza per il Congo RD

di Silvia Ponzio  Una marcia lunga 1600 chilometri, da Reggio Emilia a Bruxelles, con un obiettivo ben chiaro: richiamare l’attenzione sulla drammatica situazione, ormai cronica, che sta vivendo il Congo da vent’anni.

“In piedi entra la corte”: storie di fuga, dinieghi, ricorsi. E carte di tribunale

Non sempre le Commissioni e l'”Unità” (di Dublino) decidono secondo giustizia. Nel giro di una settimana l’Asgi ha dato notizia di tre sentenze e di un’ordinanza che ribaltano tre dinieghi di protezione e annullano un respingimento.

Il CIE di Torino: né diritti né umanità

di Fredo Olivero *  I CIE (Centri di identificazione ed espulsione) sono nell’elenco dei “Centri dell’immigrazione” del Ministero dell’Interno insieme ai CDA (Centri di Accoglienza) ed ai CARA (per richiedenti asilo), ma la loro è una finalità particolare: possono “ospitare”, fino a 18 mesi (!), immigrati stranieri “clandestini” in attesa di espulsione, i più senza aver commesso reati, se non quello di aver calpestato il suolo italiano fuggendo dalla guerra, da rivolte, da situazioni di grave pericolo. Alcune delle persone presenti nei CIE hanno invece commesso qualche reato più grave, sono state in carcere senza identificazione della propria ambasciata ed ora, in attesa di riconoscimento, stanno nel CIE Le rappresentanze dei loro Paesi (Nord Africa, Nigeria) spesso impiegano mesi e mesi per operare la loro identificazione. Si tratta però di una minoranza, i più sono solo “colpevoli” del reato di clandestinità previsto dalla legge 94/2009, ed ora dalla legge 129/2011, ulteriormente peggiorativa. I CIE sul territorio nazionale sono 13: il più grande è a Roma, Ponte Galeria, (300 posti), poi ci sono Trapani, Bari e Torino con 180 posti. Il clima che si respira tra gli “ospiti obbligati” è di rabbia e tensione. A Torino la struttura è composta da 7 gabbie (una per le donne) di circa 25-30 posti ognuna, situate all’interno della recinzione (muro con griglia) alta 9 metri. E’ anche presente una struttura nuova e dignitosa, ma che si trova in cattivo stato perché “vandalizzata” dalle continue rivolte dei detenuti esasperati. D’altra parte la “rabbia” tra questi

Espulsioni “Dublino II”: sei richiedenti asilo e una sentenza

Sei migranti dall’Afghanistan, dall’Iran e dall’Algeria sbarcano in Inghilterra e in Irlanda dopo essere entrati in Grecia e dopo essere stati arrestati in territorio ellenico.  Le autorità inglesi e quelle irlandesi vorrebbero espellerli in Grecia. Ma i migranti hanno fatto ricorso, e la Corte di Giustizia dell’Ue ha dato loro ragione.

Ricorsi ai dinieghi: quanto costa ai richiedenti se non possono fare ricorso al gratuito patrocinio?

Il costo di un ricorso a un diniego dipende da vari fattori: la complessità delle questioni trattate, il numero di udienze, la necessità di svolgere attività istruttoria, l’eventuale nomina di ausiliari come l’interprete e di consulenti tecnici. Risulta quindi difficile stabilire i costi in via generale. In questa sede ci limiteremo a tracciare delle possibili strade. Se non ci sono particolari esigenze istruttorie, il procedimento si risolve in un’unica udienza, con l’interrogatorio del ricorrente (che si svolge quasi sempre con l’ausilio di un interprete). Ci sono però altri fattori che possono fare aumentare i costi, quali la necessità di rispondere per iscritto alle deduzioni di controparte o di rappresentare al giudice elementi o prove sopravvenuti. Il compenso per un procedimento come quelli descritti sopra potrebbe essere di circa 800 € a cui si deve aggiungere l’IVA e la CPA (cassa di previdenza degli avvocati che è pari al 2% della parcella). Fino a luglio 2011 la presentazione del ricorso comportava il pagamento di 85 € (77 di contributo e 8 di imposta di bollo), mentre oggi il contributo unificato è di € 225 (cui si aggiunge l’imposta di 8 € per un totale di 233).  Un ricorso come descritto sopra, compreso contributi e imposta di bollo, costerebbe a un richiedente (qualora non riuscisse a ottenere il gratuito patrocinio) poco più di 1.000 €. Cifra impossibile da sostenere per la maggiorparte dei richiedenti a causa del divieto di svolgere attività lavorativa nei primi sei mesi della domanda e della successiva difficoltà di trovare un

Three and a half

 Three and an half – di Naghi Nemati – Drammatico – Iran 2011 – 80′ Hanieh, Homa e Banafsheh sono tre detenute in un carcere iraniano che, ottenuto un permesso di libera uscita, decidono di scappare dal Paese per ricominciare all’estero una nuova vita. La fuga deve essere organizzata illegalmente e le tre donne si devono accordare con un trafficante per riuscire a fuggire dal Paese. L’uomo le tradisce e tutti i piani cambiano, così come cambiano le prospettive di conoscenza fra le donne stesse che si trovano a vivere l’attesa estenuante di un futuro incerto diviso fra la prigionia, la malattia e la libertà. Il regista è Naghi Nemati, iraniano, classe 1977, artista poliedrico approdato ai lungometraggi nel 2007 con Those three. Nemati con il film Three and a half ha voluto seguire il destino di tre ragazze iraniane che rischiano la propria esistenza per migliorare le loro condizioni di vita. Vi è un’attenta descrizione delle sofferenze e delle difficoltà che le tre protagoniste sono costrette ad affrontare e che subiscono in nome di sogni e speranze. Il film ha una narrazione frammentata in cui vi è un andare avanti e indietro nel tempo che solo alla fine si risolverà in un quadro completo (anche se alcune cose si possono presagire prima della fine). Il sistema di flashforward appare come una nuova presa di posizione del regista nei confronti della classicità del cinema iraniano, così anche lo stile secco e crudo, senza concessioni a formalismi, che ritrae delle protagoniste

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

“Alcune volte è una fuga, altre una scelta, sempre contiene una speranza e una promessa. La strada di chi lascia la sua terra”. Una graphic novel che racconta alle nuove generazioni le storie, le persone e le ragioni delle migrazioni.

La vignetta

by Mauro Biani – Repubblica
maurobiani.it

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

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