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Archivio Tag: Governance

Dublino II: la parola ai rifugiati

di Celeste Ansaldi      Che impatto ha la legislazione europea vigente nell’ambito dell’asilo politico su chi ne fa richiesta? Molto frequentemente si sente parlare del Regolamento di Dublino II, ma non ci si sofferma abbastanza a pensare alle implicazioni pratiche di un procedimento lacunoso e non sempre efficiente. Il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati ha provato a rispondere a questo interrogativo, dando voce a 257 richiedenti asilo e rifugiati di 9 Paesi europei.

Piemonte: un tavolo da riaprire

Le lunghissime liste di attesa per ottenenere un posto nel circuito di accoglienza per i rifugiati politici (Sprar); gli stabili vuoti occupati da rifugiati e richiedenti asilo (ultimi in ordine di tempo quelli dell’ex Villaggio Olimpico), la logica emergenziale che non permette una progettualità di lungo periodo:  sono questi alcuni aspetti delle politiche su rifugiati e richiedenti asilo in Piemonte. A fronte di questa situazione il Coordinamento “Non solo asilo” che dal 2008  raduna numerosi enti territoriali che in Piemonte si occupano di asilo politico,  ha deciso di fare un passo significativo. Una lettera per ripartire Ha deciso di prendere unfficialmente e pubblicamente posizione rispetto alla riaperture di un tavolo di co-progettazione regionale che possa affrontare tali questioni in modo più strutturato ed efficace. La lettera è stata indirizzata a tutti i soggetti che a vario titolo si occupano di rifugiati politici e richiedenti asilo, in primo luogo le Prefetture, ma anche gli Assessorati regionali e municipali competenti, i sindaci, l’Anci e la Compagnia di San Paolo che ha contribuito a finanziare alcuni importanti progetti. La richiesta del Coordinamento non nasce come una novità: tra il febbraio 2009 e l’ottobre 2012 un organismo di co-progettazione si è riunito regolarmente, mettendo a confrotno realtà istituzionali e del privato sociale e permettendo, pur con i forti limiti legati ai finanziamenti e ai posti insufficienti del previsti dal sistema di accoglienza, di affrontare in modo costruttivo alcune situazioni delicate. Ma da allora la cosiddetta Emergenza Nord Africa hacatalizzato tutte le risorse economiche e

Portogallo: da rifugiati a cittadini

di Chiara Cestari. Il Portogallo è un Paese ad alto tasso d’immigrazione, ma le richieste d’asilo effettuate in terra portoghese sono alquanto esigue: 300 nel 2012, secondo la relazione annuale dell’UNHCR.

Frontexit: una campagna per la trasparenza e il rispetto dei diritti dei migranti

E’ nata Frontexit, la nuova campagna lanciata da Migreurop e sostenuta da molte organizzazioni del nord e del sud del Mediterraneo. La campagna è il calcio di inizio di un movimento internazionale che mira alla trasparenza, al rispetto dei diritti umani e a mettere fine al sistema di impunità che tutela l’agenzia europea Frontex.

La fabbrica di irregolari

E arrivò un altro decreto. Dopo la chiusura dell’“Emergenza Nord Africa”, con la coda di polemiche e critiche che si è portata dietro (https://viedifuga.org/?p=7666), compare sulla Gazzetta Ufficiale del 12 marzo un decreto “ad personas”, ovvero rivolto a tutte le persone che sono giunte in Italia tra il 1° gennaio e il 5 aprile 2011 in seguito ai fatti della “Primavera araba”. Il decreto prevede che, alla scadenza del 31 marzo, alle persone entrate in Italia tra gennaio ed aprile 2011, non verrà rinnovato il permesso di soggiorno temporaneo per motivi umanitari. Per loro restano così due sole possibilità: il rimpatrio assistito oppure la conversione del permesso “umanitario” in permesso di lavoro per motivi di lavoro, famiglia o studio. Dopo il 5 aprile 2011… Chi invece è entrato in Italia dopo il 5 aprile 2011 e non ha ottenuto il riconoscimento dello status di rifugiato politico, ha la ragionevole speranza che la sua posizione sia rivista e che gli sia riconosciuto il diritto a stare in Italia con un permesso di soggiorno per motivi umanitari. Ma da dove nasce la data limite del 5 aprile 2011? Tra gennaio e aprile di quell’anno entrarono in Italia circa 23.000 persone in fuga dalla Tunisia in rivolta. Il governo italiano di allora, che in un primo momento parve non farsi carico della questione dato che molte di queste persone erano dirette in Francia, fu costretto, anche per l’atteggiamento delle autorità francesi che chiusero il valico di Ventimiglia, a prendere delle iniziative. Ai tunisini

Favorire l’uscita

Cinquecento euro, un permesso di soggiorno per protezione umanitaria, un documento che serva da passaporto (“titolo di viaggio”) e un bell’ “in bocca al lupo” con la speranza di non rivederci mai più. Finisce così l’ “Emergenza nordafrica” che aveva portato in Italia circa 50.000 persone in fuga dal nord Africa nel pieno della crisi sociale e politica di quella parte del continente.

Nonsoloasilo: idee per Torino e per il Piemonte

Il lavoro di rete è il dato più caratteristico dell’impegno di gran parte del terzo settore che si occupa di rifugiati e richiedenti asilo in Piemonte. Il Coordinamento Nonsoloasilo, che è l’espressione di questo lavoro di rete, ha ora pubblicato una serie di riflessioni e proposte sulla situazione piemontese e torinese. Nello specifico di Torino il problema su cui da tempo il Coordinamento sta chiedendo alle istituzioni locali di intervenire è quello del riconoscimentodel certificato di residenza a tutti i richiedenti asilo presenti il città. Si tratta di una questione già affrontata e risolta in altri comuni italiani, ma che a Torino incontra ancora resistenze. Chi risiede in città, ma non ha un domicilio fisso, non può ottenere il certificato di residenza, un documento fondamentale sia per avere accesso ai servizi sanitari e socio-assistenziali, come per entrare nel mercato del lavoro o per poter godere pienamente di tutti i diritti di cui un rifugiato politico è titolare secondo la legge italiana e il diritto internazionale. Accanto a questo, Nonsoloasilo segnala la necessità di facilitare l’accesso alla Questura dei richiedenti asilo, con tempi più brevi, perché questo è il primo passo per iniziare tutto l’iter burocratico per la domanda d’asilo, come d’altra parte pare necessario ridurre i tempi con cui vengono comunicati gli esiti dell’audizione relativa alla concessione o no di una qualche forma di tutela internazionale, tempi che lasciano la persona in attesa in uno stato di incertezza, sospensione ed ansia. Anche il tempo che trascorre dalla presentazione della domanda

Nonsoloasilo: per superare l’emergenza

Di emergenza in emergenza, dalle case occupate da sgomberare, fino ai recenti fatti in Nordafrica, sono ormai anni che il sistema italiano di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati politici si sta muovendo senza un vero progetto organico che stabilisca criteri e finanziamenti su cui contare per un fenomeno che non può certo considerarsi occasionale o sporadico, ma che fa parte della storia della società umana.

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

“Alcune volte è una fuga, altre una scelta, sempre contiene una speranza e una promessa. La strada di chi lascia la sua terra”. Una graphic novel che racconta alle nuove generazioni le storie, le persone e le ragioni delle migrazioni.

La vignetta

by Mauro Biani – Repubblica
maurobiani.it

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

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