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Sono tre, finora, gli sbarramenti con i quali Ankara ha deciso di chiudere altrettanti segmenti della frontiera con la Siria fatta a pezzi dalla guerra civile.

Ayşe Gökkan, la sindaco di Nusaybin, in sciopero della fame sulla frontiera, tra i reticolati e un campo minato (foto Al Monitor).

Un muro, anzi tre, agli estremi confini dell’Europa. Negli ultimi mesi la Turchia sta erigendo sbarramenti lungo il confine con la Siria fatta a pezzi dalla guerra civile.

L’ultimo “muro”, alto quattro metri, vede oggi i lavori in corso nel distretto di Karkamis nella provincia sudorientale di Gaziantep.

Intende chiudere un tratto minimo della frontiera, lunga in tutto centinaia di chilometri, e, affermano le autorità di Ankara, ha l’obiettivo di ostacolare gli sconfinamenti di gruppi armati, trafficanti e contrabbandieri.

Nell’ottobre 2013 il cantiere di un primo sbarramento con filo spinato alto due metri e lungo 10 chilometri fra la cittadina di Nusaybin, sempre nel Sudest del Paese e subito a Nord della siriana Qamishli, aveva suscitato proteste al di qua e al di là della frontiera. Il sindaco del distretto di Sirnak e altri amministratori locali avevano iniziato uno sciopero della fame.

Una popolazione divisa in due

Il “muro” di Nusaybin (nella foto a destra Jadaliyya-Wikimedia) per la popolazione locale ha l’obiettivo vessatorio di dividere la popolazione a maggioranza curda che vive al di qua e al di là della frontiera. Nella zona sono già presenti campi minati.

E, di fatto, lo sbarramento confermerebbe il sostegno della Turchia alle fazioni islamiste “Jabhat al-Nusra” e dello “Stato islamico dell’Iraq e del Levante”, le quali, oltre a combattere il regime del presidente siriano Assad, hanno attaccato villaggi curdi siriani, uccidendo o costringendo alla fuga forse migliaia di persone.

Intanto, Ankara aveva già annunciato anche la costruzione di un terzo tratto di sbarramento lungo due chilometri e mezzo, lungo il varco di frontiera di Cilvegozu.

560.000 rifugiati

La frontiera turco-siriana, con i principali punti di attraversamento dei rifugiati in fuga dalla Siria (fonte Unhcr 2014).

La Turchia continua ad affermare la sua politica delle «porte aperte» verso i profughi della guerra siriana, ma più volte ha chiuso i varchi in seguito a scontri armati sul confine. Profughi, contrabbandieri e combattenti ribelli hanno continuato ad attraversare la frontiera in zone remote e non controllate, lontane dai varchi ufficiali.

Del totale dei 2.350.000 rifugiati siriani all’estero nei primi giorni di questo gennaio, circa un quarto, 560.000, hanno cercato asilo in Turchia.

Collegamenti

Lavori in corso: la costruzione del “muro” di Nusaybin (video da Corriere TV, 2013)

Altre fonti: Ansamed (Ansa), Il manifesto, The Guardian, Reuters e Unhcr (2014 e 2013)

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