L’Europa vista da Frontex/ 2: Del Grande, “dati da inquadrare nella giusta prospettiva”
“Viene da chiedersi a cosa serva spendere così tanto denaro nelle operazioni di rimpatrio e più in generale nella macchina repressiva contro la mobilità dei cittadini non europei, laddove è scientificamente dimostrabile che è tutto inutile. Che la gente si sposta da sud a nord e viceversa a prescindere dalle leggi sull’immigrazione e dalla macchina delle espulsioni”, ha scritto Gabriele Del Grande, giornalista, fondatore dell’osservatorio sulle vittime della frontiera Fortress Europe e autore dei libri d’inchiesta e reportage Il mare di mezzo e Mamadou va a morire (entrambi Infinito Edizioni). Vie di fuga lo ha contattato dopo l’uscita dell’ultimo Fran Quarterly Report e gli ultimi comunicati sulle operazioni di Frontex, l’agenzia Ue per il coordinamento della “sicurezza” alle frontiere. Per i compiti che ha, Frontex quanto alle statistiche che pubblica non può essere considerata una… sede distaccata di Eurostat. I dati diffusi dall’agenzia di Varsavia sono attendibili? “Sono dati attendibili. Ma devono essere inquadrati nella giusta prospettiva. Ciò che avviene ai confini d’Europa suscita allarme sulla stampa e sui media, ma oltre a questi numeri sui migranti intercettati a caro prezzo bisognerebbe ricordare le centinaia di migliaia di persone che arrivano negli aeroporti con visti turistici che poi vedranno scadere, senza riuscire a convertirli in permessi di lavoro e finendo così nell”illegalità’. Certo, ci sono le barche soccorse nel canale di Sicilia e a Lampedusa; e oggi gli sforzi di Frontex si concentrano soprattutto sul confine orientale, quello fra Grecia e Turchia, dove gli attraversamenti che vengono scoperti sono in forte