Terra di transito. Italia: una sosta indesiderata
Terra di transito – Paolo Martino (regia) – con Rahell Ali Mohammad – Documentario – 54’ – coproduzione di A Buon Diritto con Cinecittà-Istituto Luce S.p.A. con il sostegno di Open Society Foundation e con il patrocinio di Amnesty International Italia – Italia (2014) Rahell è un giovane curdo, classe 1986. La sua famiglia deve scappare da Sulaymaniyya (Iraq) in seguito ai bombardamenti chimici del marzo 1988 e trasferirsi a Damasco, oggi ridotta in macerie. Ormai adulto, come molti altri giovani decide di intraprendere il viaggio verso l’Europa e raggiungere alcuni suoi parenti rifugiatisi in Svezia tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90. Nelle sue prime 24 ore in Italia però, gli vengono prese le impronte digitali e il suo viaggio si arresta. Secondo l’ormai noto regolamento di Dublino, Rahell può così fare richiesta d’asilo solo in Italia, dove però non vede prospettive di vita e rimane intrappolato in quella che considera una “terra di transito”. Il regista ripercorre la storia di Rahell e i suoi progetti di vita attraverso molti dialoghi del ragazzo con altri richiedenti asilo e rifugiati in Italia e in Svezia e con i parenti. Uno dei ragazzi afghani che incontra in una “Struttura di transito afghani” racconta, riassumendo in poche parole il disagio di alcune situazioni di accoglienza in Italia : “quando sono partito dall’Afghanistan non sapevo dove mi sarei fermato, se in Italia o altrove. Non conoscevo neanche l’Europa. Ho imparato il nome dell’Europa qui. Il mio unico scopo era