In videoconferenza da Roma, Mario Morcone, parla ai rappresentanti dei tavoli regionali italiani sull’immigrazione e spiega il nuovo piano d’accoglienza che fra le altre cose prevede per i comuni che ospiteranno, lo stanziamento di 500 euro per ogni persona accolta.
Il piano presentato dal capo del dipartimento immigrazione punta sulla re-distribuzione più equa su tutto il territorio nazionale dei rifugiati e dei richiedenti asilo e per ottenerla è stato ideato un sistema di compensazione: ogni accoglienza porterà al comune 500 euro da spendere nel modo che l’amministrazione comunale riterrà più opportuno.
Così Morcone: «Questo nuovo piano prevede per la distribuzione diffusa dei migranti un rapporto su 2,5/3 migranti ogni mille abitanti. Per i comuni fino a 2000 abitanti è previsto un minimo di 6 migranti. Per i comuni metropolitani il rapporto diminuisce e al massimo sarà di 2 migranti ogni mille abitanti. Vogliamo che siano i sindaci gli attori dell’accoglienza, che siano loro a scegliere dove sistemare i profughi e non debbano subire delle imposizioni. Per questo, se aderiscono, prendono in carico i profughi e provvedono loro alla sistemazione. Il governo a quel punto mette a disposizione del denaro a favore delle stesse Amministrazioni che accolgono. Per ogni persona ospitata saranno destinati al comune 500 euro. Soldi che l’amministrazione locale potrà impiegare come crede».
Un meccanismo che non si allontana molto da quello applicato per compensare un’amministrazione comunale dei disagi causati dalla costruzione, sul proprio territorio, di una grande opera o anche semplicemente di una discarica. E non solo, questo meccanismo equipara i due sistemi di accoglienza italiani, i CAS e lo SPRAR. Infatti i 500 euro andranno a qualsiasi comune che si trova ad avere dei migranti sul proprio territorio senza distinzione fra un’accoglienza in cui l’ente locale è fra gli attori protagonisti e un’accoglienza imposta dall’alto in cui spesso e volentieri l’ente locale non è nemmeno interpellato.
Non operare distinzione fra i comuni che ospitano CAS e SPRAR può far andare sprecata una buona occasione (l’ennesima) per portare le amministrazioni comunali a riflettere sull’importanza dell’adesione a una accoglienza diffusa. E in questo modo il modello proposto dallo SPRAR resterà sempre non preferibile perché totalmente equiparato ai CAS nella logica delle compensazioni.
Per approfondire
https://openmigration.org/analisi/atlante-sprar-tutti-i-numeri-dellaccoglienza-diffusa-in-italia/
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