Arriva dalla provincia di Brescia un importante impulso alle politiche e buone pratiche relative all’accoglienza di richiedenti asilo. Dopo mesi di incontri, confronti, progettazione, ha finalmente visto la luce l’Accordo Territoriale per l’accoglienza diffusa dei Richiedenti Protezione Internazionale in provincia di Brescia. E’ stato sottoscritto da Provincia di Brescia, Associazione dei Comuni Bresciani, Comunità Montana di Valle Camonica e 43 Comuni bresciani (tra cui Brescia, Breno, Cellatica ed altri 10 partner SPRAR), ma nel corso delle settimane altre amministrazioni comunali si sono dette disponibili ad aderire all’accordo che resta sempre aperto a nuove sottoscrizioni e ad allargare la rete.
A oggi i richiedenti asilo ospitati a Brescia sono 676: 146 all’interno dei progetti Sprar di seconda accoglienza, 232 gestiti dalle associazioni di terzo settore, 298 negli hotel che hanno attivato una convenzione con la prefettura, ma grazie a questo accordo sono stati aumentati di 101 unità i posti presso strutture attrezzate in modo da limitare il più possibile l’utlizzo di hotel. L’accordo intende infatti offrire un tipo di accoglienza dignitosa e diffusa sul territorio bresciano per evitare grandi concentrazioni di persone che vengono a creare situazioni di tensione tra gli ospiti stessi e con la popolazione locale. Prevede anche che i comuni aderenti trovino sul proprio territorio strutture idonee all’accoglienza per richiedenti Protezione internazionale fissando dei limiti legati al numero di residenti: 15 posti al massimo per i Comuni fino a 5 mila abitanti, 25 per quelli fino a 40 mila abitanti.
Pochi per ogni comune
Tra i maggiori promotori dell’iniziativa c’è l’associazione K-Pax che fa parte della rete Europasilo che sino dal 2011 opera sul territorio bresciano nel campo dell’accoglienza a rifugiati e richiedenti asilo. «Questa iniziativa, destinata a crescere, non è poca cosa – ha sottolineato Marco Zanetta di K Pax – i 43 Comuni coinvolti rappresentano infatti oltre il 50% della popolazione residente in provincia». L’accordo ha un valore che va al di là della realtà locale di Brescia: mette in evidenza come sia possibile affrontare un problema complesso utilizzando proprio una delle caratteristiche del sistema amministrativo italiano, quella di avere un numero elevatissimo di comuni. Basta infatti che a a livello comunale ogni comune, anche piccolo, si faccia carico di organizzare l’accoglienza di pochi richiedenti asilo perchè questo fenomeno possa essere affrontato in modo adeguato e non sull’onda emergenziale.
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