Vie di fuga ha inaugurato questa mattina la sezione “Osservatorio Grecia” sullo stato di malattia (sì, anche questa è malattia, e da tempo) del diritto alla protezione internazionale in Europa, in particolare in Grecia e sulle Isole dell’Egeo.
In un momento in cui la comunità internazionale si sta mobilitando per contrastare la diffusione del Covid-19, numerosi Paesi stanno opportunamente adottando misure eccezionali, limitando i viaggi aerei e i movimenti transfrontalieri. Tuttavia, guerre e persecuzioni non sono cessate e oggi, nel mondo, vi sono persone che continuano a fuggire dalle proprie case alla ricerca di un luogo sicuro. Oggi, come mai prima, hanno bisogno – come tutti noi – di solidarietà (Filippo Grandi, Alto commissario ONU per i rifugiati, marzo 2020).
«Sono i primi di marzo, ma non si respira un clima d’attesa dell’arrivo della primavera. Al contrario, si assiste sgomenti a un nuovo sanguinoso capitolo della guerra in Siria, e sui cieli dell’isola di Lesbo si sente solo il boato degli aerei militari turchi che superano la velocità del suono…».
Vie di fuga ha inaugurato questa mattina la sezione “Osservatorio Grecia”, uno spazio di di analisi e di testimonianza in prima persona sullo stato di malattia (sì, anche questa è malattia, e da tempo) del diritto alla protezione internazionale in Europa, in particolare in Grecia e sulle sue Isole.
Il primo contributo dell'”Osservatorio”, già on line, prende le mosse dall’ultimo sanguinoso capitolo della guerra di Siria, che da solo, nel governatorato di Idlib, ha prodotto un milione di sfollati e ha avuto gravi conseguenze sulla frontiera fra Grecia e Turchia: sono gli effetti di un tragico domino geopolitico, ma anche dell’”accordo” UE-Turchia del 2016, di fatto un contratto di esternalizzazione (costoso per quanto a bassi standard) del diritto d’asilo.
Gli articoli e le notizie della nuova sezione di Vie di fuga sono accessibili da questo link o dal banner “Osservatorio Grecia” a destra in questa homepage e sono a cura del giurista Pietro Derossi, che vive nel Paese ellenico dal giugno 2019, dove ha lavorato con diverse ONG impegnate sul campo nell’assistenza legale dei richiedenti asilo e per l’EASO. È stato testimone delle condizioni di vita nei campi profughi di Samo, Chio e Lesbo e attualmente risiede a Lesbo. Intende rivolgersi «soprattutto a chi, pur non lavorando nel settore, è cittadino accorto e impegnato a informarsi: costui contribuisce a mantenere intatto il sogno della democrazia».
Nella seconda corrispondenza di Derossi, on line da domani, le conseguenze del “domino” Siria-Turchia-Grecia osservate e vissute sulle Isole dell’Egeo.
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