La rete di attivisti europea e mediterranea Alarmphone ha pubblicato un report sul monitoraggio degli ultimi 6 mesi di soccorsi nel Mediterraneo centrale: le morti invisibili sono in aumento e il silenzio che le circonda è assordante.
Il monitoraggio della rete di attivisti copre i mesi da luglio 2020 a dicembre 2020 e si concentra sul Mediterraneo centrale. Gli elementi che spingono gli attivisti di Alarmphone a dichiarare che le morti in mare non sono mai state così tante negli ultimi sei mesi sono: il sottrarsi di Stati come l’Italia e Malta che non assolvono più i loro obblighi internazionali di salvataggio di vite umane, le detenzioni amministrative delle navi civili che pattugliano il mar Mediterraneo (o meglio pattuglierebbero se non fossero bloccate) e l’inesistente reattività della guardia costiera libica agli SOS di coloro che sono in gravi condizioni al largo delle coste del paese africano.
Alarmphone stima che complessivamente, 27.435 persone hanno cercato di lasciare la Libia e 26.349 la Tunisia durante il 2020. Circa la metà delle persone in partenza sia dalla Libia che dalla Tunisia è stata intercettata dalle guardie costiere dei rispettivi paesi ed è stata riportata indietro.
A seguito della situazione emergenziale sanitaria e delle scelte politiche europee (soprattutto il sistema di intimidazione, tutto europeo, che hanno dovuto affrontare gli equipaggi delle ONG), Alarmphone è rimasto, molto spesso, l’unico attore ad operare nel Mediterraneo centrale e a monitorare le violazioni dei diritti umani in mare.
È proprio per aver rivestito questo ruolo che la rete di attivisti denuncia centinaia di morti invisibili, dedotte dai racconti dei sopravvissuti e dalle ricerche familiari, dalle richieste di soccorso non andate a buon fine e dai resoconti dei pescatori locali. A conclusione del report, Alarmphone sottolinea che lo sforzo di tracciare la cronologia degli eventi che hanno caratterizzato il transito di navi di migranti nel Mar Mediterraneo non è, né può essere esaustivo per mancanza di molti dati: ci sono sicuramente più morti di quanto ufficialmente venga dichiarato.
Per leggere il report e la cronologia da luglio a dicembre 2020 clicca qui.
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