A un anno dall’invasione dell’Ucraina, tutti i dati dell’EUAA su asilo e protezione nel ’22. Hanno varcato il confine dei quattro Stati membri confinanti con il Paese invaso dalla Russia 13,5 milioni di persone in fuga. Molto più ridotto il totale delle persone che, nell’anno, nel territorio dell’UE “allargata” hanno chiesto asilo nei canali ordinari, pari a 966 mila.
A un anno dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, l’Agenzia dell’UE per l’asilo (EUAA) ha aggiornato i dati a fine 2022 sull’arrivo di persone in fuga dal Paese dell’Europa orientale. In prima fila nella crisi umanitaria più grave esplosa nel continente dopo la seconda guerra mondiale, i quattro Paesi membri dell’Unione confinanti hanno visto l’ingresso di 13,5 milioni di persone. In senso contrario Polonia, Romania, Slovacchia e Moldavia hanno assistito a 9,2 milioni di rientri in Ucraina (peraltro con numerosi casi di movimenti di andata e ritorno). Alla fine dello scorso anno gli sfollati interni nel Paese erano 5,9 milioni.
Erano invece quasi 3.861.000, a fine anno, i beneficiari di protezione temporanea ucraini nel territorio dell'”UE+” o “allargata” (cioè l’Unione a 27 Paesi più Norvegia e Liechtenstein, dal momento che agli ultimi dati Eurostat mancano quelli della Svizzera). Sotto quest’ultimo indicatore il dato italiano era pari a 145.800 persone.
La pronta arrivazione della protezione temporanea europea, nel marzo del ’22, ha fatto sì che i richiedenti asilo ucraini registrati nell’UE+ in tutto l’anno fossero solo 28 mila, come nono gruppo nazionale per numerosità.
In totale, sempre nel ’22, nei canali ordinari di protezione dell’UE allargata i richiedenti asilo sono stati 966 mila (ma solo 885 mila quelli registrati per la prima volta): circa il 50% in più rispetto al 2021, e tuttavia sempre “poche” centinaia di migliaia nell’anno che ha visto lo sradicamento forzato globale raggiungere i 103 milioni di persone. Principali Paesi di fuga in Europa, ancora una volta la Siria (132 mila richiedenti) e l’Afghanistan (129 mila), seguiti da Turchia, Venezuela e Colombia.
Fra i richiedenti protezione si sono contati 43 mila minori non accompagnati, il valore più alto dal 2015.
Nel complesso il tasso di riconoscimento della protezione internazionale (solo status di rifugiato e protezione sussidiaria) nell’UE+ è stato pari al 40%, e particolarmente elevato solo per i richiedenti siriani, bielorussi, ucraini, eritrei, yemeniti e maliani.
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