A luglio il primo ministro australiano, Kevin Rudd, ha presentato le linee direttive del nuovo programma in materia di asilo politico, risultato immediatamente come il più severo nella storia del Paese. I richiedenti asilo diretti in Australia via mare saranno (de)portati in Papua Nuova Guinea, un paese afflitto dalla criminalità, dalla miseria e dalla corruzione.
Per comprendere meglio il nuovo programma australiano è necessario fare un excursus sul passato: fra il 2001 e il 2007 i richiedenti asilo, quest’anno approdati nell’isola in numero record (quasi 16mila), venivano già spediti in Papua Nuova Guinea ma solo per il tempo necessario a sbrigare le loro domande d’asilo. Questo sistema, abbandonato dallo stesso Rudd nel 2008, è stato ripreso nel 2012 dalla premier laburista Julia Gillard. Ora, dopo aver spodestato Gillard a giugno 2013, Rudd è andato oltre, firmando un accordo con il primo ministro della Papua Nuova Guinea che permette all’Australia di deportare là tutti coloro che tentano di raggiungere il Paese via mare. Ora per l’esame delle loro richieste, i boat people saranno portati nel centro di accoglienza di Manus (un’isola , recentemente criticato dalle Nazioni Unite per le condizioni in cui si trova. Chi non otterrà asilo sarà rimandato nel paese d’origine o espulso.
La Papua Nuova Guinea non è certamente una meta ambita dai rifugiati visto che si tratta di un Paese povero, dove l’assistenza sanitaria è scadente, la disoccupazione elevata, il rispetto dei diritti umani discutibile e il tasso di criminalità nella capitale Port Moresby tra i più alti del mondo. La leader dei verdi Christine Milne a risposta del programma ha commentato “È come dire che l’Australia è un paese ricchissimo pronto a scaricare questo peso su un paese poverissimo solo perché il suo primo ministro non ha il coraggio né l’autorità morale per affrontare la situazione”.
Rudd non ha ancora svelato quanto l’Australia pagherà la Papua Nuova Guinea per accollarle il problema, si è solo limitato a dire che il programma “non avrà costi irrisori”. In Australia la questione dei richiedenti asilo è tra le più preoccupanti per il governo tanto che lo stesso ha anche lanciato una campagna pubblicitaria per scoraggiare i migranti: “Se arrivate via mare, non troverete sistemazione in Australia”.
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