La rete RiVolti ai Balcani lancia il progetto “Chiusi dentro. Dall’alto”. Si tratta di un viaggio (fotografico e non solo) nei campi di confinamento europei realizzati nel XXI secolo. Il progetto è stato realizzato da Altreconomia in collaborazione con PlaceMarks.
Spesso si sente parlare dei campi di confinamento dove vengono “accolti” i migranti che non si vogliono far entrare in Europa o che si vogliono espellere dall’Europa. In questi campi è praticamente impossibile entrare e laddove sono stati costruiti hanno stravolto i territori, avendo un impatto di grande portata.
Il progetto digitale “Chiusi dentro. Dall’alto” è un modo per raccontare proprio questi campi. Grazie alle immagini satellitari esclusive eseguite da PlaceMarks viene mostrato il volto delle politiche europee; riassumibile in una manciata di verbi: esternalizzare, bloccare, respingere, confinare, condannare alla marginalizzazione.
Dal sito di Altreconomia: “Questo progetto è una sorta di spin-off del libro “Chiusi dentro”, al quale si rimanda per la comprensione del fenomeno nella sua interezza e complessità. “Chiusi dentro. Dall’alto” non ha infatti la pretesa di far vedere tutti i campi di detenzione, trattenimento e perciò confinamento dei migranti in Europa o nelle sue immediate vicinanze -cosa di per sé impossibile-, ma vuole raccontare materialmente alcuni casi emblematici […]”.
La scelta dei Paesi, raccontati tramite i campi di confinamento, segue e integra quella fatta nel libro. Ci sono veri e propri Paesi di confinamento esterni all’Unione europea (come la Turchia), Stati membri dell’Ue (come l’Italia, la Grecia o la Spagna) così come Paesi che non fanno parte dell’Unione ma che pure sono nel cuore dell’Europa (come la Serbia o la Macedonia del Nord). Le immagini sono presentate anche tramite abbinamenti per raccontarre l’evoluzione (o involuzione) nel tempo dei campi, con efficacissimi effetti prima-dopo. Questo lavoro permette di sottolineare anche le caratteristiche delle strutture, la loro collocazione geografica, la frequente natura carceraria, l’essere realizzate in aree remote oppure dentro il cuore del contesto urbano.
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