Roma, Fiumicino. Il 30 novembre si è ufficialmente concretizzata la nuova via per i corridoi umanitari, organizzati dalla Comunità di sant’Egidio insieme alla Comunità episcopale italiana (Cei), con la Caritas e la Fondazione Migrantes.
Con l’arrivo in aereo delle prime 25 persone da Addis Abeba all’aeroporto di Fiumicino di Roma si sono aperte 25 storie di speranza. Si tratta infatti di persone con specifiche vulnerabilità che vivevano nei campi profughi etiopi e che avevano già lasciato il proprio paese di origine con differenti motivazioni: persecuzioni, conflitti, scontri armati e violenza diffusa. Non a caso quindi in questo primo gruppo le nazionalità registrate sono eritree, sudsudanesi e somale. “Un terzo di loro sono bambini”, ha spiegato a Internazionale Daniela Pompei, responsabile immigrazione della Comunità di sant’Egidio. “Sono tutti potenziali richiedenti asilo e hanno presentato la richiesta di protezione internazionale in Italia”.
L’arrivo dall’Etiopia all’Italia è stato possibile grazie al protocollo firmato tra il Ministero degli esteri e il Ministero dell’interno e che prevede in totale l’arrivo di cinquecento persone dai campi profughi dell’Etiopia. Non si tratta del primo corridoio umanitario organizzato in Italia dalla Comunità di Sant’Egidio ma bensì del terzo. I primi due erano stati aperti con il Libano e pensati per i richiedenti asilo siriani, mentre quello da Addis Abeba è pensato soprattutto per i profughi che scappano dai paesi del Corno d’Africa.
Fondamentale per la nuova fase di accoglienza in Italia il ruolo rivestito dalle istituzioni organizzatrici: i nuovi arrivati saranno accolti nelle strutture della Caritas diocesana, della Migrantes e della Comunità di sant’Egidio in diverse città d’Italia, da Ragusa a Ventimiglia, dove saranno avviati progetti di accoglienza, che prevedono oltre alla formazione linguistica, un percorso di integrazione sociale e di inserimento lavorativo da realizzare anche con il supporto di famiglie italiane “tutor”.
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