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Dinieghi e ricorsi: in 7 casi su 10 la Corte d’Appello ha dato ragione al richiedente asilo

Un’indagine contenuta nel nuovo “Atlante SPRAR 2016” mette in evidenza, in un campione di richiedenti asilo ricorrenti, che la metà vede accolto il proprio ricorso in primo grado e addirittura il 70% in Appello. Due dati che confermano le carenze di tanti, troppi colloqui in Commissione territoriale. E, per quanto riguarda il 70% dell’Appello, quanto era necessaria, o meglio giusta, la chance di ricorrere in secondo grado cancellata con un colpo di spugna dal decreto “Minniti-Orlando”.

In secondo grado, quello di Appello, il ricorso del richiedente asilo è accolto in sette casi su 10. Dopo anni di dibattiti, di dati ufficiali lacunosi e incerti, e dopo l’abolizione proprio dell’Appello in materia di protezione internazionale sancito dalle legge 46/2017 (il decreto “Minniti-Orlando”), un’indagine contenuta nel nuovo Atlante SPRAR 2016 offre dati precisi, anche se parziali, sui tempi e gli esiti dell’iter amministrativo e giudiziario delle domande d’asilo nel nostro Paese.

I dati di sintesi della ricerca sui tempi e gli esiti dell’iter amministrativo-giudiziario dei richiedenti asilo ricorrenti (fonte Atlante SPRAR 2016).

Il campione è numeroso, circa 5.400 ospiti dei progetti SPRAR ricorrenti contro decisioni delle Commissioni territoriali, e si riferisce agli anni 2015 e 2016, con dati aggiornati alla fine di maggio 2016.

Ne emerge, fra l’altro, che i richiedenti asilo vedono accolto il ricorso in primo grado praticamente nel 50% dei casi (49,8%).

Quanto al secondo grado, appunto l’Appello, la percentuale di accoglimento nei casi già definiti alla data  dell’indagine è addirittura del 70% (69,6%, per l’esattezza; l’Atlante SPRAR precisa che qui i casi già definiti sono solo il 40% di tutti quelli presi in esame, perché il 60% erano ancora in attesa di sentenza; i ricorrenti in Appello presi in esame dall’indagine sono 432).

Sono dati parziali, lo ripetiamo. Ma le altissime percentuali di ricorsi accolti in sede giudiziaria confermano le carenze di tanti, troppi colloqui in Commissione territoriale. E, con quel 70%, quanto era necessaria, anzi giusta, la chance di ricorrere in Appello cancellata con un colpo di spugna dal decreto “Minniti-Orlando”.

Magra consolazione finale: dati i tempi di entrata in vigore delle nuove norme introdotte dal decreto, almeno i ricorrenti dell’indagine SPRAR con sentenza ancora non definitiva vedranno trattata la loro causa con la vecchia procedura.

Leggi anche su Vie di fuga

La rete SPRAR, e tutto il resto (2 luglio 2017)

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