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Doppi dinieghi: SenzaAsilo, al via la fase operativa

La rete SenzaAsilo per una revisione della legge sull’immigrazione e contro i doppi dinieghi che gettano nell’irregolarità sempre più richiedenti protezione che hanno compiuto un percorso di inserimento, ha lanciato a Torino un Documento costitutivo, un Appello e una campagna di adesione. Ha già chiesto un incontro con il Prefetto. Ha già raccolto un “dossier” con decine di casi. E collaborerà con altre iniziative analoghe, fra cui quella per una proposta di legge di iniziativa popolare di Emma Bonino.

Foto SenzaAsilo 2017.

 

È già partita una richiesta di incontro con il Prefetto di Torino. È già stato raccolto un “dossier” con decine di casi (e altri si stanno aggiungendo) di richiedenti asilo che fanno riferimento alla Prefettura subalpina e che sono incappati in doppi dinieghi, malgrado abbiano realizzato percorsi di inserimento socio-lavorativo: tirocini, tirocini aziendali, ma anche i successivi contratti o lettere di disponibilità all’assunzione da parte delle aziende…

La rete SenzaAsilo, nata su iniziativa degli operatori degli enti attuatori dei progetti SPRAR del Torinese, ha chiuso venerdì alla sede del Sermig la sua fase “costituente” e ha avviato quella operativa.

Ancora una volta in una nutrita assemblea (la terza) con un centinaio di partecipanti, la rete ha presentato un Documento costitutivo e un Appello di base e ha aperto una campagna di adesioni a singoli ed enti (scrivere al recapito mail: senzaasilo@gmail.com).

“Non da soli”

SenzaAsilo si ripropone prima di tutto, come si legge nel Documento costitutivo, di «essere soggetto attivo nei processi in corso a livello nazionale che promuovono la revisione della legge sull’immigrazione», aderendo con collaborazioni “incrociate” alle campagne di raccolta firme indette dalle reti che si stanno costituendo a Milano (dove le iniziative vedono al centro la Casa della carità), Brescia e Napoli e appoggiando una proposta di legge di Emma Bonino.

Verso una rete di datori di lavoro?

Foto Programmaintegra.it.

Secondo campo d’azione, quello della promozione di «una cultura dell’accoglienza, dell’integrazione e della legalità» informando e sensibilizzando la cittadinanza.

SenzaAsilo ha già raccolto, tra l’altro, la disponibilità di alcuni datori di lavoro interessati a lavorare per una rete di colleghi «testimoni del valore che l’accoglienza produce in termini di risorse sociali ed economiche».

Ma si pensa anche a organizzare un evento cittadino,  «un’iniziativa festosa e di carattere culturale» capace di coinvolgere non solo operatori, associazioni, richiedenti e rifugiati. L’appuntamento potrebbe essere già a marzo.

“In dialogo con le Commissioni”

Infine, SenzaAsilo vuole «promuovere un confronto con le istituzioni e gli organi a cui è demandato il riconoscimento della protezione internazionale», per trovare «soluzioni concertate nel rispetto dei diritti costituzionali e degli obblighi internazionali assunti dall’Italia», con un occhio di riguardo al supporto dei percorsi “virtuosi” di integrazione (un dato per tutti che è emerso a margine dell’assemblea di venerdì 27: solo nell’ambito del progetto SPRAR del Comune di Torino sono circa 300 i tirocini lavorativi realizzati nel 2016, e altrettanti quelli realizzati nel 2015; un dato fra i tanti che provano come un certo modo di fare accoglienza funzioni…).

Oltre all’incontro col Prefetto, SenzaAsilo cercherà così di aprire un dialogo permanente con le Commissioni territoriali.

Leggi anche su Vie di fuga

Doppi dinieghi, “noi non ci stiamo”: seconda assemblea di SenzaAsilo

Collegamento

Se lo Stato trasforma i migranti lavoratori in clandestini da espellere: un servizio con tre storie (La Stampa.it, 3 gennaio 2017)

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