L’Egitto ha approvato un disegno di legge per regolamentare il diritto d’asilo. Si tratta della prima legge del genere e, nonostante sembra aprire a maggiori garanzie di diritto, ben ventitré organizzazioni, tra cui Refugees Platform in Egypt, Egyptian Initiative for Personal Rights e il Centro Cairo per i Diritti Umani, hanno espresso il loro rifiuto categorico del progetto di legge.
Nel mese di novembre 2024, il Parlamento egiziano ha approvato un disegno di legge proposto dal governo per regolamentare l’asilo degli stranieri. La legge stabilisce i criteri per il riconoscimento dello status di rifugiato, i diritti e i doveri di chi ottiene questo riconoscimento. Si tratta del primo provvedimento legislativo di questo genere in Egitto, un paese in cui il discorso ufficiale è sempre più ostile e violento verso sfollati e rifugiati che cercano protezione.
In realtà l’Egitto ha firmato accordi internazionali in garanzia del diritto di asilo e inoltre ha l’articolo 91 della sua Costituzione che stabilisce la concessione del diritto di asilo politico a ogni straniero perseguitato per aver difeso gli interessi dei popoli, i diritti umani, la pace o la giustizia, vietando allo stesso tempo l’estradizione dei rifugiati politici.
La nuova legge si compone di 39 articoli e prevede l’istituzione di un “Comitato permanente per le questioni dei rifugiati“, alle dipendenze del Primo Ministro, con personalità giuridica e sede principale al Cairo. Questo comitato, un organismo non indipendente, sarà responsabile di tutte le questioni relative ai rifugiati, tra cui la raccolta di informazioni e dati statistici, il coordinamento con l’UNHCR e altre organizzazioni internazionali per garantire il necessario supporto e assistenza.
È proprio su questo comitato che si sono rivolte molte delle critiche delle ong. La questione sollevata riguarda l’indipendenza del comitato previsto dalla legge, composto da rappresentanti del governo e finanziato dal bilancio statale, rendendo i suoi membri dipendenti pubblici non indipendenti. Questo contrasta con il sistema attuale, dove l’UNHCR, con un certo grado di indipendenza, gestisce i meccanismi di identificazione e protezione dei rifugiati, indipendentemente dall’orientamento politico dei governi in carica.
Le organizzazioni temono che questa mancanza di indipendenza, unita a poteri eccessivi conferiti al comitato, possa minacciare la sicurezza dei rifugiati e richiedenti asilo.
Ricordiamo che l’Egitto è un Paese protagonista sia in termini di accoglienza (soprattutto sudamesi) che in termini di fuga (soprattutto verso l’Italia). L’Italia lo considera un paese sicura e con l’Egitto ha firmato (non a caso) numerosi accordi relativi alla gestione dei migranti, alla cooperazione di polizia e alla gestione delle frontiere. L’inclusione dell’Egitto tra i paesi di origine ritenuti sicuri dall’Italia è motivo di profonda preoccupazione in quanto mette seriamente a rischio la possibilità per le persone egiziane richiedenti asilo di ottenere protezione internazionale.
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