Sono on line i tre “corti” vincitori dell’edizione 2015 del concorso “Fammi vedere” promosso dal CIR. In uno di essi un rifugiato si rivolge direttamente a noi, suo pubblico: «Vorrei chiedervi solo una cosa, che per me è umiliante chiedere: di essere trattato quale io sono, un uomo, che con dignità chiede aiuto».
Nel corto Frontiers, classificato al primo posto, due bambini cercano di giocare insieme…
Una sognante animazione con due bambini che vogliono giocare insieme ma vengono divisi da un muro colossale, dotato di maligna vita propria. Le parole lente di un rifugiato nei tempi lunghi e lenti di un centro di accoglienza. E una breve allegoria di fuga, di vana richiesta d’aiuto, di apparente accoglienza ma alla fine di rifiuto e spoliazione, tutta girata su una straniante, feriale strada italiana con un attore e tre auto.
Sono le immagini che ci lascia l’edizione 2015 del concorso “Fammi vedere” organizzato e promosso dal CIR, che in queste settimane ha scelto i tre “corti” migliori, anzi cortissimi, visto che ognuno dura poco più di due minuti: al primo posto Frontiers di Hermes Mangialardo (che può essere visto qui sopra), al secondo Sentimenti e desideri di un rifugiato di Gabriele Pangallo e al terzo Il rifiuto di Souleymane Dia.
Il testo di Sentimenti e desideri di un rifugiato è stato letto e approvato dai 50 ospiti della sede di Caritas Onlus, a Como, dove il corto è stato girato.
«Non voglio pietà perché come voi non voglio più essere vittima – dice il rifugiato del lavoro di Pangallo -, ma libero uomo alla ricerca della dignità che gli è stata tolta… E per questo fugge via verso ciò che più desidera, una casa. Non voglio sguardi che mi compatiscano e mi ricordino le mie prigioni. Solo voglio poter parlare, poter essere parte della vostra terra, io che sono senza terra, e non essere un peso perché ho sentito gravare su di me il peso di altri. Siete abituati a vederci in gruppo e dimenticate con troppa facilità il singolo uomo, la singola anima. Vorrei chiedervi solo una cosa, che per me è umiliante chiedere: di essere trattato quale io sono, un uomo, che con dignità chiede aiuto».
“Fammi vedere” è stato organizzato dal CIR con il sostegno di Mediterranean Hope, progetto della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, e dal Rotary E-Club Rom@.it
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