Vie di fuga è entrato nel “cantiere” dei due Global compact dell’ONU per la migrazione e i rifugiati che dovranno essere adottati dalle Nazioni Unite entro l’anno. In questa “news” e in alcune altre che seguiranno, l’iter di un impegno di proposta e di governance senza precedenti, almeno sulla carta. Le prime bozze dei due accordi, il contributo della Chiesa di papa Francesco. E ciò che ruota attorno a questo processo di elaborazione-negoziazione globale: dai primi giudizi sui testi alle questioni aperte, all’impatto che i Compact potrebbero avere una volta adottati.
“Mentre masse enormi di persone sono costrette ad abbandonare le proprie case e le proprie famiglie a causa di persecuzioni, violenza, catastrofi naturali e del flagello della povertà, bisogna anche riconoscere che la migrazione è una risposta umana naturale alle crisi e una testimonianza del desiderio innato di ogni essere umano di essere felice e di godere di una vita migliore”.
(dai “20 Punti di azione per i Patti globali” del Dic. vaticano per il Servizio dello sviluppo umano integrale)
Costruire nel mondo «una casa comune, inclusiva e sostenibile per tutti», dove non sia un miraggio «una migrazione sicura, ordinata e regolare», ma anche dove si sia finalmente compreso che «proteggere i rifugiati e aiutare i Paesi che li accolgono sono responsabilità condivise, il cui peso deve essere distribuito in maniera più equa e prevedibile». Da un paio d’anni stanno gettando le basi di questa “casa”, o almeno ci provano, due grandi istituzioni, le Nazioni Unite e, sul proprio terreno, la Chiesa cattolica, con un impegno di governance e di proposta senza precedenti, almeno sulla carta.
Il processo è stato lanciato con l’adozione da parte dei 193 Paesi dell’Assemblea delle Nazioni Unite, il 19 settembre 2016, dell’importante Dichiarazione di New York per i rifugiati e i migranti, che ha previsto l’adozione in questo 2018 di due global compact (accordi globali): uno sulla migrazione e l’altro sull’asilo. Su questi temi l’ONU non si era mai espressa a un livello così alto.
22 obiettivi per la migrazione
Il Global compact (accordo globale) «per una migrazione sicura, ordinata e regolare», è chiamato a essere il primo accordo intergovernativo sotto gli auspici delle Nazioni Unite per coprire tutte le dimensioni della migrazione internazionale. L’obiettivo di fondo è migliorare la governance globale del fenomeno e delle sue “sfide” nel nostro tempo, offrendo un quadro di riferimento per la cooperazione internazionale sulla mobilità umana.
Qui l’iter è iniziato nell’aprile 2017 e dovrebbe concludersi con l’adozione formale del compact alla Conferenza intergovernativa ONU sulla migrazione che si terrà in Marocco il 10 e l’11 dicembre di quest’anno. Tre le fasi: quella delle consultazioni (aprile-novembre del ’17), quella di bilancio-inventario (novembre ’17-gennaio ’18) e infine quella oggi in corso dei negoziati intergovernativi (febbraio-luglio ’18).
Il “cantiere” del compact è entrato nel vivo con una “bozza zero” (zero draft), presentata con i suoi 22 obiettivi agli Stati membri delle Nazioni Unite lo scorso 5 febbraio, per l’avvio del negoziato intergovernativo.
(segue)
A breve in questo dossier di Vie di fuga
Il Global compact per i rifugiati
Le proposte della Chiesa di papa Francesco
Global compacts: i giudizi, le questioni aperte, cosa dovrebbe (potrebbe) cambiare con la loro adozione
Allegati
La “bozza zero” del Compact per la migrazione (febbraio 2018, file .pdf, in inglese)
La Dichiarazione di New York per i rifugiati e i migranti (settembre 2016, file .pdf, in inglese)
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