Secondo i primi dati ministeriali per il periodo gennaio-agosto di quest’anno, sono 16 mila i richiedenti asilo registrati e 27 mila quelli esaminati. Fra questi ultimi solo uno su cinque ha avuto un esito positivo e appena 200 il riconoscimento della protezione speciale. Ma intanto sono saliti a 37.400 i “nuovi irregolari” prodotti dal primo “decreto sicurezza” del 2018.
Con meno di 16 mila richiedenti asilo registrati in Italia da gennaio ad agosto, la tendenza di questo 2020 indica una probabile, netta flessione rispetto al 2019: l’anno scorso infatti aveva visto in tutto quasi 44 mila richiedenti.
Ad agosto i dati mensili provvisori della Commissione nazionale asilo hanno registrato meno di 1.200 richiedenti, quasi la metà rispetto al dato di luglio (2.270 persone) ma anche meno di quello di giugno (1.958), nella riapertura dopo il lockdown di primavera.
Le persone che hanno chiesto protezione in Italia ad agosto avevano lasciato soprattutto il Pakistan, la Nigeria, il Bangladesh, la Tunisia, l’Afghanistan, la Costa d’Avorio e il Venezuela.
Sempre fra gennaio e agosto i richiedenti asilo esaminati sono stati circa 27 mila. Anche qui la tendenza indica ormai una drastica diminuzione in rapporto al 2019 (quando i richiedenti esaminati erano stati in tutto l’anno oltre 95 mila).
Quest’anno solo a 5.700 richiedenti (cioè a meno di uno su cinque) è stato riconosciuto uno dei tre benefici previsti dall’attuale ordinamento: 3.100 gli status di rifugiato, 2.400 le protezioni sussidiarie e appena 207 le “protezioni speciali”, la fattispecie residuale introdotta dal primo “decreto sicurezza” dell’ottobre 2018.
Intanto, uno studio dell’ISPI elaborato per il Corriere della sera ha appena aggiornato la stima dei nuovi irregolari prodotti dallo stesso decreto: fra l’ottobre 2018 e il luglio di quest’anno sarebbero ormai 37.400. Si aggiungono agli 82.400 migranti che, sempre secondo l’ISPI, sono scivolati nell’irregolarità nel periodo giugno 2018-luglio 2020 indipendentemente dal decreto.
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