Si è svolto giovedì 5 dicembre, presso il Campus Luigi Einaudi di Torino, il tanto atteso seminario dal titolo “La cooperazione fa notizia?“. evento inserito nel quadro del progetto europeo “Comunicare in rete per lo sviluppo“. L’obiettivo? Quello di permettere l’incontro tra due mondi il cui confronto risulta essenziale ma ancora complicato: quello dei media e degli operatori della cooperazione. Sul palco si sono alternati numerosi giornalisti, professori universitari e rappresentanti di Organizzazioni non governative per analizzare insieme, anche su basi scientifiche, i punti critici del dialogo tra le due professionalità.
Al centro del dibattito una ricerca coordinata dal professor Cristopher Cepernich, che ha monitorato le maggiori testate piemontesi (dal 1°aprile al 30 giugno 2013) scoprendo che dei 237 articoli che affrontavano tematiche legate al mondo della cooperazione la maggioranza erano di piccole dimensioni (69%), senza firma (64%) e inseriti nella cronaca locale (60,7%). La copertura mediatica è saltuaria e poco approfondita. Se i giornalisti peccano di scarsa attenzione verso il mondo della cooperazione, anche le Ong presentano criticità. Si evidenzia la mancanza nei team di professionisti della comunicazione in grado di raccontare efficacemente all’esterno l’operato svolto nel mondo. Il 41% delle 32 Ong interrogate affida ai volontari l’arduo compito, non ci si serve abbastanza dei comunicati stampa e per privilegiare l’aspetto operativo si rende marginale il raccontarlo al pubblico “interpellandolo solo durante il fundraising“, spiega Jean Leonard Touadi, consigliere del vice ministro agli affari esteri.
Durante il dibattito sono stati esaminati tre esempi virtuosi della divulgazione di tematiche legate alla cooperazione: Radici – L’altra faccia dell’immigrazione, programma di Rai 3 di Davide Demichelis; Follow the Money, progetto di Data Journalism per la cooperazione de La Stampa; la campagna Acqua è vita dell’organizzazione LVIA.
L’evento ha permesso di portare alla luce uno scottante tema di attualità: il programma della RAI The Mission che, secondo il segretario dell’Associazione Stampa Subalpina Alessandra Comazzi, evidenzia in maniera notevole la difficoltà nel riuscire a trovare un linguaggio comune che permetta il raggiungimento del grande pubblico con metodi consoni alle attività svolte dalle Ong.
La tavola rotonda ha permesso di far emergere i diversi punti di vista dei rappresentanti di entrambe le professionalità . “Serve più strategia, meno frammentazione e un rapporto strutturato tra Ong e media“: questo il consiglio di Franco Chittolina, giornalista del settimanale La Guida, che ha chiuso l’evento.
Rimane evidente l’urgenza di un rapporto che da occasionale diventi strutturato, perché la cooperazione internazionale non rimanga un tema caro a pochi. In fondo, come ha detto Mimmo Càndito, storico inviato de La Stampa “La società non esiste se non c’è comunicazione“.
Per altre informazioni sul progetto e i video della giornata: Sito del Consorzio Ong Piemontesi
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