Popolazione: 213.000.000
Capitale: Abuja
La Nigeria ( Federal Republic of Nigeria) è uno stato africano situato nella zona occidentale del Paese. Confina ad est con il Ciad e il Camerun, ad ovest con il Benin, a sud con il golfo di Guinea e a nord con il Niger. La Nigeria, che ha ottenuto la totale indipendenza dal colonialismo britannico il 1 Ottobre 1960, è una Repubblica federale suddivisa in 36 stati ai quali si aggiunge il Territorio della Capitale Federale ( Abuja).
Nonostante non si tratti di uno dei Paesi africani più estesi è di gran lunga quello con la popolazione maggiore, il tasso di urbanizzazione è del 48%.
Tipo di governo e politica recente
La Nigeria è una repubblica federale. Tra la metà degli anni ’60 e la fine degli anni ’90 la storia politica nigeriana ha conosciuto scontri violenti e un susseguirsi di colpi di stato militari. E’ a causa di uno di questi colpi di stato che nel 1967 le Regioni del Biafra dichiararono la propria indipendenza dal Governo Federale a cui seguì una durissima guerra civile che produsse migliaia di vittime poi conclusa con la resa delle regioni del Biafra.
Per arrivare alle prime elezioni libere bisogna aspettare il 1999. Olusegun Obasanjo, rappresentante del People’s Democratic Party, viene eletto presidente federale e poi riconfermato nelle successive elezioni del 2003. Attualmente i due principali partiti politici sono il People’s Democratic Party (PDP) e l’All Nigerian People’s Party (ANPP ). Nel 2007 si sono svolte le elezione e sono state vinte da Umaru Yar’Adua delfino dell’ex Presidente ed anch’esso esponente del PDP. Queste votazioni sono state duramente contestate dai partiti delle opposizione per brogli elettorali, accusa sostenuta anche da numerosi osservatori internazionale. Nel 2010 a causa della morte di Umaru subentra al potere Goodluck Jonathan, già vicepresidente del Paese. Tale carica viene confermata ufficialmente nelle elezioni dell’aprile 2011 e viene mantenuta sino al 2015.
Ad oggi a dominare la politica nigeriana è Mohammadu Buhari di religione mussulmana, vincitore nel 2015 delle elezioni nigeriane e rieletto nel 2019. Le ultime elezioni sono state considerate, dai principali osservatori internazionali, come generalmente ben svolte, per quanto non sono mancate negli anni denunce, da una fazione all’altra, di brogli elettorali.
Guerre
I numerosi scontri che sono avvenuti e che tutt’oggi sono protagonisti della vita nigeriana sono legati a due questioni distinte: la questione religiosa e la questione del petrolio.
I conflitti legati alla questione del petrolio avvengono principalmente in prossimità del Delta del Niger, zona che nell’ultimo decennio è stata maggiormente sfruttata per l’estrazione del greggio dalle più grosse compagnie petrolifere internazionali tra cui Shell ed Eni.
Negli anni gruppi di guerriglia hanno intrapreso azioni di sabotaggio, sequestri di persona e guerriglia nelle aree interessate per ribellarsi al continuo sfruttamento della regione che vede gli abitanti ridotti in miseria. Per contrastare queste continue operazioni di guerriglia l’intera zona del Delta è stata militarizzata e ciò è causa di numerosi e continui scontri armati fra i gruppi di guerriglieri, l’esercito nigeriano e le milizie paramilitari. Il risultato è il sempre crescente numero di vittime. Nel 2006 si è costituito il Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger (MEND), un vero e proprio gruppo paramilitare che ha dichiarato guerra aperta alle principali compagnie petrolifere presenti sul territorio. L’obiettivo del MEND è quello di liberare il territorio dalle compagni petrolifere e ricavare benefici per l’intera popolazione del Delta.
Per quanto riguarda la questione religiosa la natura degli scontri nasce dalla compresenza del culto islamico, prevalentemente professato nel nord paese e del culto cristiano, più presente al sud. La situazione si è aggravata nel 2000 quando molti stati della Nigeria settentrionale hanno deciso di ignorare il veto costituzionale introducendo nei propri territori la Sharìa (legge islamica) e dando così il via a un susseguirsi di scontri. Ulteriore e decisivo peggioramento è avvenuto con la nascita e il rafforzamento, anno dopo anno, dell’organizzazione islamica fondamentalista Boko Haram. Il termine deriva dalla lingua hausa e, liberamente tradotto, significa “l’educazione occidentale è sacrilega”; il nome è infatti dovuto alla dura opposizione del gruppo all’Occidente, inteso come il corruttore della purezza dell’Islam.
Fondamentale per comprendere la parabola di Boko Haram, è necessario anche interrogarsi sui suoi contorni strettamente politico-istituzionali. Il centro di origine del movimento fondamentalista è la città di Maiduguri capitale dello Stato federale del Borno dove diffuso è un sentimento di straniamento, sia rispetto al sud-cristiano ma anche rispetto al nord/nord-ovest mussulmano moderato. Secondo un’analisi prettamente geopolitica, uno dei sentimenti alla base di Boko Haram è la volontà di una parte del mondo mussulmano nigeriano di ricostruire l’impero mussulmano Fulano. Del resto, come appare dall’espansione territoriale dei fondamentalisti islamici, oggi quasi del tutto ridimensionata, più che cercare il potere all’interno dello stato nigeriano, Boko Haram si è diretto verso l’interno del continente, in particolare verso il lago Ciad, ossia in zone a maggior concentrazione mussulmana e rientranti negli storici confini dell’impero fulano. In tal senso sembrerebbe centrale la volontà di unire i mussulmani della marco-regione sotto un’unica bandiera per ricostruire i fasti pre-coloniali.
Profughi, sfollati e rifugiati
La Nigeria conta circa 200 milioni di abitanti e ha una ampia diaspora principalmente sud- divisa tra Africa subsahariana, Europa e Nord America. I nigeriani sono una comunità fortemente presente in Italia e spesso sono richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale.
In generale le continue violenze in corso in alcune aree della Nigeria nord-occidentale hanno costretto negli ultimi tre anni migliaia di persone a mettersi in salvo in Niger, portando a più di 60.000 unità il totale di rifugiati (nel 2020) che da questa regione hanno cercato sicurezza nel vicino Paese.
Dall’aprile 2019, le persone sono fuggite dagli attacchi perpetrati senza sosta da gruppi armati attivi negli Stati nigeriani di Sokoto, Zamfara e Katsina. La maggior parte ha trovato rifugio nella regione di Maradi, in Niger. Come sempre accade in situazioni simili i rifugiati cercano rifugio nel luogo sicuro più prossimo al paese di origine.
Bibliografia, linkografia, filmografia
Laura Maragnani, Isoke Aikpitanyi, Le ragazze di Benin City: la tratta delle nuove schiave dalla Nigeria ai marciapiedi d’Italia, Melampo, Milano, 2007
www.ecoi.net.
Nera-not the promise Land? di Andrea Deaglio (2007), documentario, 22’
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