Sono almeno 12 gli Stati membri dell’UE che hanno una lista di Paesi “sicuri” che incanala i relativi richiedenti asilo in una procedura d’esame accelerata e meno favorevole. I dati e le sorprese sulle classificazioni adottate fra Stato e Stato.
L’ultima notizia è per il Kossovo, anche se sicuramente i suoi richiedenti asilo avrebbero fatto volentieri a meno di questo ritorno alla ribalta: tra le polemiche, in queste settimane la Francia ha reinserito nella propria lista del “Paesi sicuri” la piccola repubblica balcanica parzialmente riconosciuta dalla comunità internazionale. Invece, dalla nuova lista di Parigi esce la Tanzania.
Quanto alla Germania, nel 2014 ha inserito in lista Serbia, Macedonia e Bosnia-Erzegovina, mentre alla fine dello scorso settembre ha annunciato l’inserimento di Albania, Kossovo e Montenegro.
Sono almeno 12 gli Stati membri dell’UE con una lista di Paesi che ritengono “sicuri” sotto il profilo delle garanzie democratiche e del rispetto dei diritti umani e i cui richiedenti asilo sono incanalati in una procedura accelerata, molto meno favorevole di quella ordinaria. Questo l’elenco dei 12 Stati dell’Unione: Austria, Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Slovacchia e Regno Unito. Ma ci sono anche Stati membri che applicano il concetto delle provenienze “sicure” pur senza avere liste ufficiali: è il caso ad esempio dell’Olanda.
L’identikit dell’attuale sistema europeo “Paesi sicuri”, un “sistema” quanto mai eterogeneo e per certi aspetti sorprendente, è stato tracciato in queste settimane da un documento informativo del Parlamento Europeo. Nelle sue pagine si sottolinea, fra l’altro, che nessun Paese risulta “sicuro” in tutti gli Stati membri dotati di lista. Inoltre, nessuno Stato ad oggi comprende la Turchia, “candidata” a Paese sicuro nella proposta di una lista comune dell’Unione Europea avanzata a settembre dalla Commissione di Bruxelles.
Proprio dai materiali di sintesi della Commissione Europea si apprende che, fra i 12 Stati membri con lista, alcuni vi includono con scelte quantomeno singolari Paesi come l’Ucraina in guerra civile, la Nigeria minata dagli attacchi islamisti e altri Paesi africani, la Federazione Russa e la Cina.
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