I dati ufficiali del nuovo Quaderno statistico della Commissione nazionale asilo confermano per il 2018 un record di dinieghi: 59% di tutte le domande esaminate dalle Commissioni territoriali, senza contare quelle respinte per “irreperibilità”. Ma le percentuali di accoglimento sono ancora più basse fra le nazionalità più numerose dei richiedenti protezione. A livello locale, nello scorso anno il numero di benefici concessi ha superato le domande respinte solo a Trapani, Torino, Crotone/Reggio e Catania.
Anche al netto delle domande respinte per l’“irreperibilità” dei richiedenti e per altri motivi residuali, il 2018 è stato un anno record per i dinieghi. Lo certificano i dati ufficiali del nuovo Quaderno statistico della Commissione nazionale per il diritto d’asilo, che completano i primi dati di riepilogo già pubblicati da Vie di fuga a febbraio.
Nell’anno i dinieghi in senso stretto sono stati l’esito per quasi due terzi (59%) delle domande di protezione internazionale esaminate dalle Commissioni territoriali (anche se il totale delle domande respinte arriva al 67% a causa di un 8% di “irreperibili”, vedi nella tabella qui sopra o nel grafico sintetico qui sotto). Nel ’17 i dinieghi erano stati il 52%, nel ’16 il 56%, nel ’15 della grande “emergenza europea” il 53%, nel ’14 il 36%, nel ’13 il 29%, nel ’12 il 17% e nell’11 (l’anno del crollo del regime di Muhammar Gheddafi in Libia) il 44%.
Sempre l’anno scorso, nonostante un numero di richiedenti esaminati mai così elevato nel nostro Paese, in totale 95.576, le Commissioni hanno riconosciuto uno dei tre benefici di protezione solo a 31.429 persone: 7.096 status di rifugiato, 4.319 protezioni sussidiarie e 20.014 umanitarie.
In percentuale, rispetto al totale di domande d’asilo esaminate lo status di rifugiato rappresenta una quota del 7%, la sussidiaria del 5% e l’umanitaria del 21%. Crollo dell’umanitaria a parte nella seconda metà del 2018, tutti e tre i benefici sono in diminuzione rispetto al 2017 (quando erano stati rispettivamente l’8%, il 9% e il 25%).
Uno sguardo ai Paesi di fuga
Se si guarda alle cittadinanze di provenienza, si rileva che lo status di rifugiato nel 2018 è stato concesso al 91% dei (pochi, appena 779) richiedenti siriani esaminati, alla metà (54%) di quelli eritrei (ancora una volta pochi gli esaminati totali, 707 persone), e però solo al 45% di quelli somali, al 27% di quelli afghani e al 26% di quelli salvadoregni e irakeni.
Invece i richiedenti afghani sono quelli cui in percentuale è stata maggiormente concessa la protezione sussidiaria: 59% di tutti gli afghani esaminati, seguiti dagli irakeni, 44% e dai somali, 41%.
Alla voce in estinzione della protezione umanitaria, sempre in percentuale a prevalere sono stati i salvadoregni, 53% di tutti i salvadoregni esaminati, seguiti dai georgiani, 42% e dagli ucraini, 36%.
Molto basse, invece, le percentuali di riconoscimento per le cittadinanze più numerose fra i richiedenti asilo esaminati nell’anno. Fra i richiedenti nigeriani, primi in assoluto, i riconoscimenti dello status di rifugiato, della protezione sussidiaria e di quella umanitaria sono stati rispettivamente il 7%, l’1% e il 17%. Fra i richiedenti bengalesi, secondi, il 2%, ancora l’1% e il 25%. E fra i richiedenti pakistani, terzi, il 4%, il 7% e il 14%.
Commissione che vai…
Sempre nel 2018, i dati sugli esiti disaggregati per Commissione territoriale rivelano che le uniche Commissioni dove il numero di benefici concessi ha superato le domande respinte sono quelle di Trapani, Torino con le due sue sezioni, Crotone/Reggio e Catania con la sua sezione. Anche quest’anno, sugli esiti locali la Commissione nazionale presenta nel Quaderno statistico una tabella dettagliata e un grafico: v. nell’allegato a questa news, alle pp. 74 e 75.
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