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Richiedenti asilo, dati Eurostat per Paese: quell’Europa a due scomparti

Richiedenti asilo nell’UE, secondo trimestre 2016: all’aumento in Italia e soprattutto in Grecia hanno fatto riscontro le drastiche diminuzioni nell’Europa centrale e settentrionale. Peraltro, ancora una volta, con la grande eccezione della Germania.

Richiedenti asilo nell'UE: l'andamento trimestrale dal 2014 al 2° trimestre 2016 (fonte Eurostat).
Cliccare per ingrandire: richiedenti asilo nell’UE, l’andamento trimestrale dal 2014 al 2° trimestre 2016 (fonte Eurostat).

 

Italia, più 21% di nuovi richiedenti asilo rispetto al trimestre precedente e Grecia addirittura più 132%. Oltre Ventimiglia e a Nord del Brennero, invece, Francia meno 1%, Austria meno 22%, Belgio meno 44%, Olanda meno 47%, Danimarca meno 59%, Finlandia meno 53%, Svezia meno 42%…

Benvenuti nella “nuova” Europa a due scomparti, fotografata dalle cifre appena pubblicate da Eurostat sui nuovi richiedenti asilo nel secondo trimestre di quest’anno: a Sud i due Paesi eletti  a “contenitori” di nuovi rifugiati, a Nord quelli che pensano di aver già (quasi) fatto abbastanza. Basti vedere, del resto, l’ultimo bilancio sulla relocation appena stilato dall’UNHCR: fino a oggi, ormai a metà del biennio settembre 2015-settembre 2017, sono stati ricollocati da Grecia e Italia appena il 3% dei 160 mila rifugiati previsti.

In centro Europa, segnala ancora Eurostat, una sola grande eccezione: sull’onda lunga del 2015 la Germania si è confermata ancora una volta in crescita (più 7% di richiedenti asilo rispetto al periodo gennaio-marzo), ma anche il Paese con il maggior numero di richiedenti in assoluto nell’UE: solo fra aprile e giugno quasi 187 mila persone.

Dentro casa e fuori

Dietro i numeri, le persone: rifugiati Sud-sudanesi in attesa al centro di raccolta di Elego, Nord Uganda (foto UNHCR/W. Swanson)
Dietro i numeri, le persone: rifugiati Sud-sudanesi in attesa al centro di raccolta di Elego, Nord Uganda (foto UNHCR/W. Swanson).

In seconda posizione per numero  di richiedenti (27 mila nel trimestre) c’è l’Italia. Il nostro Paese però è superato nettamente anche da Ungheria, Austria e Grecia sotto l’indicatore dei richiedenti asilo per milione di abitanti.

Fra gennaio e giugno hanno chiesto protezione in Germania quasi 362 mila persone, in Italia poco più di 49 mila (secondo i dati ufficiali del ministero dell’Interno, forse più aggiornati, appena più di 50 mila).

Sempre nel secondo trimestre di questo 2016, forti aumenti percentuali accompagnati da numeri assoluti significativi si sono registrati anche ai confini orientali dell’Unione Europea in Ungheria (quasi 15 mila richiedenti, più 118%) e in Polonia (quasi 4.000, più 65%), e in Spagna (di nuovo 4.000, più 37%). In Ungheria e Polonia, peraltro, i tassi di riconoscimento di una qualche forma di protezione sono bassissimi.

Ma, come sempre, è utile misurare la situazione di casa, la “casa comune europea” (o quello che ne resta), anche sul metro di ciò che avviene fuori delle sue mura. Così si scopre, ad esempio, che la nuova ondata di violenze scoppiata a luglio a Giuba, in Sud Sudan, ha causato da sola in poco più di due mesi la fuga all’estero di 185 mila rifugiati. Più di tre quarti di loro hanno cercato protezione in un solo Paese, l’Uganda.

Una settimana fa il Sud Sudan è entrato nell’elenco degli Stati che hanno “prodotto” in totale un milione di rifugiati, raggiungendo Siria, Afghanistan e Somalia.

Allegato

Number of first time asylum seekers slightly up to almost 306.000 in the second quarter of 2016 (Eurostat 22 settembre 2016, file .pdf)

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