La rotta balcanica. I migranti senza diritti nel cuore dell’Europa è il titolo del primo report della rete RiVolti ai Balcani, presentato all’inizio dell’estate e disponibile sia in versione cartacea che digitale, scaricabile gratuitamente dalla rete.
RiVolti ai Balcani è una rete composta da 36 realtà associative e singoli impegnati a difesa dei diritti delle persone e dei principi fondamentali sui quali si basano la Costituzione italiana e le norme europee e internazionali, che intende rompere il silenzio sulla “rotta balcanica”.
Il report della neonata rete traccia sinteticamente la storia della rotta balcanica, contraddistinta da una restrizione progressiva dello spazio di movimento, da una negazione dei diritti delle persone fino all’accettazione da parte dell’UE di un sistema di violenza e soprusi.
Il report concentra l’attenzione sull’origine della rotta balcanica, dal 2015 l’anno chiave in cui il corridoio venne militarmente monitorato e di fatto legalizzato, al 2016 in cui le frontiere vennero chiuse e venne firmato l’accordo con la Turchia per la realizzazione concreta dell’esternalizzazione della gestione dei flussi migratori, fino ai giorni nostri in cui anche le autorità italiane hanno aumentato le “riammissioni informali” in Slovenia esponendo le persone a trattamenti inumani e degradanti.
Il report sottolinea le violazioni della normativa internazionale ed europea da parte di Slovenia e Italia, evidenzia la criminalizzazione della solidarietà lungo l’intera rotta balcanica, dalla Grecia all’Italia e si sofferma anche sulle conseguenze della gestione dell’emergenza Covid-19 sui flussi migratori.
Per approfondire e leggere integralmente il rapporto clicca qui
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