Si è chiusa, almeno per il momento, la triste vicenda della tendopoli del Palanebiolo di Messina. Si tratta di una struttura sportiva dell’Università messa a disposizione in ottobre per l’accoglienza dei profughi in un momento di emergenza, quando si è verificato il terribile naufragio di Lampedusa. Da subito la struttura risulta inadeguata: 180 persone ospitate in palestra, servizi igienici insufficienti, casi di scabbia, patologie non trattate adeguatamente.
Come se non bastasse, mentre questi primi 180 vengono trasferiti in altre strutture di accoglienza, viene eretta una tendopoli per 200 posti nel campo da baseball, adiacente alla struttura. La Prefettura di Messina non ritiene idonee altre soluzioni proposte dal Comune e neppure prende in esame l’offerta di associazioni laiche e religiose, gruppi di volontariato, parrocchie che si sono resi disponibili per offrire posti d’accoglienza. La situazione precipita il 26 dicembre quando, come era prevedibile, il maltempo e la pioggia trasformano la tendopoli in un vero pantano rendendo drammatiche le condizioni abitative e igieniche. Cresce la protesta delle persone accolte, tra le quali non mancano numerosi soggetti “vulnerabili”, vi sono casi di sciopero della fame.
Non solo Accademia…
Anche il mondo accademico di Messina si mobilità e in una lettera aperta oltre cinquanta docenti denunciano la situazione chiedendo tra l’altro al Magnifico rettore prof. Pietro Navarra di “ promuovere una campagna di solidarietà volta all’accoglienza dei richiedenti asilo nelle case di coloro che – studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo – ne abbiano volontà e disponibilità; predisporre un atto di revoca della disponibilità espressa all’impiego del Palanebiolo; di farsi promotore di un rinnovato tavolo istituzionale con l’Amministrazione comunale, la Prefettura e le altre autorità competenti per discutere delle soluzioni individuate”.
Tutto finito?
La situazione è così insostenibile che, alla fin,e la tendopoli viene sgombrata e il 2 gennaio gli ultimi 58 profughi sono trasferiti a Roma e Bari. Ma le tende, contrariamente a quanto previsto, non vengono smontate. Qualcuno ritiene, anche se ufficialmente non ci sono notizie in proposito, che sia destinata ad accogliere parte delle persone arrivate negli ultimi giorni dell’anno. La brutta storia, forse, non è ancora finita…
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