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Archivio Month: Febbraio 2012

Il CIE di Torino: né diritti né umanità

di Fredo Olivero *  I CIE (Centri di identificazione ed espulsione) sono nell’elenco dei “Centri dell’immigrazione” del Ministero dell’Interno insieme ai CDA (Centri di Accoglienza) ed ai CARA (per richiedenti asilo), ma la loro è una finalità particolare: possono “ospitare”, fino a 18 mesi (!), immigrati stranieri “clandestini” in attesa di espulsione, i più senza aver commesso reati, se non quello di aver calpestato il suolo italiano fuggendo dalla guerra, da rivolte, da situazioni di grave pericolo. Alcune delle persone presenti nei CIE hanno invece commesso qualche reato più grave, sono state in carcere senza identificazione della propria ambasciata ed ora, in attesa di riconoscimento, stanno nel CIE Le rappresentanze dei loro Paesi (Nord Africa, Nigeria) spesso impiegano mesi e mesi per operare la loro identificazione. Si tratta però di una minoranza, i più sono solo “colpevoli” del reato di clandestinità previsto dalla legge 94/2009, ed ora dalla legge 129/2011, ulteriormente peggiorativa. I CIE sul territorio nazionale sono 13: il più grande è a Roma, Ponte Galeria, (300 posti), poi ci sono Trapani, Bari e Torino con 180 posti. Il clima che si respira tra gli “ospiti obbligati” è di rabbia e tensione. A Torino la struttura è composta da 7 gabbie (una per le donne) di circa 25-30 posti ognuna, situate all’interno della recinzione (muro con griglia) alta 9 metri. E’ anche presente una struttura nuova e dignitosa, ma che si trova in cattivo stato perché “vandalizzata” dalle continue rivolte dei detenuti esasperati. D’altra parte la “rabbia” tra questi

Salute: se non è per tutti, che diritto è?

 I rifugiati politici, una volta riconosciuti come tali, hanno gli stessi diritti e doveri dei cittadini italiani per quanto riguarda la salute come in altri campi della vita sociale. Così infatti recita l’articolo 24 della Convenzione di Ginevra sottoscritta anche dall’Italia: “Gli Stati contraenti concedono ai rifugiati che risiedono regolarmente sul loro territorio lo stesso trattamento concesso ai loro cittadini, per ciò che concerne: (…) maternità, malattie, invalidità…”. E’ una norma cristallina che pure trova difficoltà nel momento in cui diventa pratica concreta. Un esempio è l’accesso al Servizio Sanitario Nazionale che dovrebbe essere garantito ai richiedenti asilo, ai rifugiati politici e titolari di protezione internazionale. Eppure questo diritto si scontra con concetti burocratici quali certificato di residenza, reddito, esenzione dal ticket… “Il decreto legislativo del 5 aprile 2011,– spiega l’avvocato Manuela Del Savio che si occupa di stranieri presso la Regione Piemonte – ha garantito l’iscrizione al Servizio Sanitario dei titolari di permessi di soggiorno per motivi umanitari giunti in Italia in seguito ai fatti di Egitto, Tunisia e Libia. A queste persone spetta anche l’esenzione dal ticket. Da un punto di vista burocratico è sufficiente che abbiano il codice fiscale. Nelle settimane di massimo afflusso un accordo tra Prefettura, Agenzie delle Entrate e Regione Piemonte ha permesso l’attivazione di uno sportello specifico in grado di fornire il codice fiscale in tempi brevi a queste persone”. Inoltre il decreto permette di superare anche un altro problema, quello della residenza, una questione che riguarda anche i rifugiati presenti sul territorio

Respingimenti in Libia del 2009: la Corte di Strasburgo condanna l’Italia

  Dopo tre anni, una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che l’Italia, con i respingimenti in Libia di migranti e potenziali richiedenti asilo attuati nel maggio 2009, ha violato vari articoli della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

La Corte di Strasburgo alla Francia: “Il diritto di ricorso deve essere effettivo”

  La vicenda di un giovane richiedente asilo sudanese assistito dall’associazione La Cimade. Una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che gli è stato negato il diritto a un effettivo ricorso dopo un diniego in prima istanza.

Eurostat e la mappa del “mondo in fuga” verso l’Europa/ 2

Le statistiche Eurostat confermano che nei confini dell’Ue viene “concessa” in prima istanza una forma di protezione al 25% dei richiedenti asilo. Su Vie di fuga la tavola di sintesi con tutte le cifre Paese per Paese, misura di protezione per misura di protezione.

Diaspora Bosniaca: per la prima volta in Italia il Mondiale di calcio a cinque

L’organizzazione del torneo, che si svolgerà a Biella il 20 e il 21 aprile prossimi, è stata affidata all’Associazione culturale bosniaca del capoluogo biellese dal network mondiale della Diaspora Bosniaca.

Eurostat e la mappa del “mondo in fuga” verso l’Europa/ 1

Escono (in ritardo) i dati Eurostat sulle richieste d’asilo nei 27 Paesi dell’Ue aggiornati al secondo trimestre 2011. In drammatico aumento le richieste dall’Afghanistan, dalla Siria, dalla Nigeria, dal Ghana, dall’Eritrea, dal Mali e dalla Costa d’Avorio, ma anche dall’Armenia e dalla Macedonia.

Naufragi di gennaio: l’evento e la routine

Nel “diario” delle sciagure nelle acque del Mediterraneo durante il mese appena trascorso non c’è solo il naufragio della Costa Concordia. Alle sue vittime (17 morti e 15 dispersi) bisogna aggiungere almeno altre 22 vittime “del mare” e decine di dispersi.

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IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

“Alcune volte è una fuga, altre una scelta, sempre contiene una speranza e una promessa. La strada di chi lascia la sua terra”. Una graphic novel che racconta alle nuove generazioni le storie, le persone e le ragioni delle migrazioni.

La vignetta

by Mauro Biani – Repubblica
maurobiani.it

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