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Archivio Day: Febbraio 2, 2015

Migranti in Sicilia

E’ online “Migrazioni in Sicilia 2014”, una ricerca dell’Osservatorio sulle Migrazioni presso l’Istituto di Formazione Politica “Pedro Arrupe”. Curata da Serenella Greco e Giuseppina Tumminelli, la pubblicazione prende in esame il fenomeno migratorio in Sicilia nei suoi aspetti principali: popolazione e famiglie, lavoro, rimesse verso il Paese d’origine, minori, sbarchi, strutture di accoglienza sono alcuni dei capitoli in cui è suddivisa la ricerca. La Sicilia rappresenta di sicuro una regione “sentinella” per quanto riguarda il fenomeno migratorio: punto di arrivo, trampolino per il resto d’Italia e d’Europa, luogo di sperimentazione di politiche di accoglienza. Ogni sezione comprende un’approfondita analisi provincia per provincia con dati completi e utili a una lettura non superficiale del fenomeno. Per quanto riguarda i minori stranieri non accompagnati emergono alcuni aspetti di particolare interesse. La Sicilia infatti è la regione italiana che nel 2013 ne  ha accolti il maggior numero: 4.070 su circa 8.900 presenti in Italia. Eritrea, Egitto, Somalia e Gambia sono i Paesi africani maggiormente rappresentati tra i minori non accompagnati presenti nell’isola. Non pare però essere adeguato il sistema di accoglienza di questi ragazzi: “La maggior parte dei minori – si legge nel Rapporto – risulta ospitato in strutture non autorizzate (2.739 sono ospitati in tendopoli di vario genere)”, mentre sono ben 206 i minori di cui non si ha più notizia perché scappati dalle strutture in cui erano accolti. Il Rapporto si chiude con un’analisi delle strutture residenziali e non presenti in Sicilia, da dove emerge un incremento di tali strutture: dalle

Quegli illegali dei quaccheri…

Un opuscolo in quattro lingue della piattaforma Picum spiega perché chiamare “illegali” i migranti privi di documenti è inaccurato, dannoso e contro i valori dell’Unione Europea. Il termine è usato da secoli ma, “stranamente”, ha bollato quasi sempre gruppi perseguitati ed emarginati: dai quaccheri che facevano rotta per l’America agli ebrei in fuga dalla Shoà, ecc. ecc. L’iniziativa di Picum fa parte della campagna “Words matter!”.   «La parola “illegale” è stata usata nel corso della storia per definire gruppi svantaggiati.  Sono stati infatti qualificati in tal modo i quaccheri e i gesuiti che migravano verso il New England nel XVII secolo, gli ebrei in fuga dall’Olocausto, nonché le persone e gli atti compiuti in violazione delle leggi di segregazione razziale del Sudafrica (1948-1994) e degli Stati Uniti (1876-1965). Raramente il termine è stato utilizzato per definire gruppi affermati e privilegiati…». La piattaforma internazionale Picum (Platform for International Cooperation on Undocumented Migrants: per l’Italia aderiscono l’Asgi, il Naga e la Simm-Società italiana di medicina delle migrazioni) ha lanciato la campagna “Le parole contano!” per promuovere l’utilizzo di una terminologia corretta su migranti, richiedenti asilo e rifugiati. Affrontando di petto un argomento “caldo” Picum ha così diffuso, per ora in quattro lingue, un opuscolo che spiega le ragioni giuridiche e non per cui usare la definizione migrante “illegale” è errato: in tutto il mondo sono più corrette, invece, le dizioni equivalenti a quelle italiane di “privo di documenti” o “irregolare”. Le due parti dell’opuscolo rispondono ad altrettante domande: “Perché preferire il termine irregolare?” (lo chiedono

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

“Alcune volte è una fuga, altre una scelta, sempre contiene una speranza e una promessa. La strada di chi lascia la sua terra”. Una graphic novel che racconta alle nuove generazioni le storie, le persone e le ragioni delle migrazioni.

La vignetta

by Mauro Biani – Repubblica
maurobiani.it

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

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